Il Reddito di Libertà rappresenta un importante strumento di sostegno economico destinato alle donne vittime di violenza, con o senza figli, seguite dai centri antiviolenza e dai servizi sociali. Un’azione concreta per favorire l’indipendenza e la ricostruzione di una nuova vita lontana dagli abusi.
Chi può accedere al Reddito di Libertà?
Il contributo è rivolto a:
🔹 Donne vittime di violenza;
🔹 Residenti in Italia, incluse cittadine italiane, comunitarie ed extracomunitarie in possesso di regolare permesso di soggiorno, rifugiate politiche o titolari di protezione sussidiaria;
🔹 Persone in condizione di povertà, in uno stato di bisogno straordinario o urgente, certificato dai servizi sociali territoriali;
🔹 Donne già seguite da un centro antiviolenza riconosciuto dalla Regione e dai servizi sociali.
In cosa consiste il contributo?
Il Reddito di Libertà prevede un contributo massimo di 500 euro mensili, erogato per un massimo di 12 mesi. L’obiettivo è offrire un aiuto concreto per:
✅ Garantire maggiore autonomia abitativa e personale;
✅ Sostenere il percorso scolastico e formativo dei figli minori;
✅ Favorire l’uscita dalla violenza e l’inserimento sociale e lavorativo.
Il contributo è compatibile con ulteriori strumenti di sostegno come l’Assegno di Inclusione.
Come fare domanda?
La richiesta deve essere presentata all’INPS tramite i servizi sociali del proprio comune, in base a quanto stabilito dall’art. 3, comma 5 del Decreto del 2 dicembre 2024. Il contributo può essere richiesto anche negli anni successivi, in base alla disponibilità dei fondi stanziati fino al 2026.
Per maggiori dettagli, è possibile consultare il Decreto del 2/12/2024 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 4 marzo 2025 e la circolare INPS n.54 del 5 marzo 2025, disponibile al link ufficiale dell’INPS: Circolare INPS n.54/2025