Giornata Mondiale della Terra: “Riappropriazioni naturali” di Claudia Evangelista


La società contemporanea si circonda di oggetti dimenticando il rapporto con l’ambiente, e quanto queste scelte siano dannose per esso. Nella serie nominata “Riappropriazioni naturali”, Claudia Evangelista crea un rapporto tra l’uomo e l’ambiente urbano, il rapporto con lo scarto e la natura.

Il mondo di oggi sempre più spesso ci invia chiari segnali di aiuto; oramai è comune ascoltare notizie di cronaca narranti eventi naturali estremi.

Oggi 22 aprile si celebra la Giornata Mondiale della Terra, il cui obiettivo è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica su temi che hanno come argomento l’eco sostenibilità e la protezione dell’ambiente. Il messaggio lanciato è chiaro: “Ciascuno di noi può contribuire al cambiamento globale”.

“Riappropropriazioni naturali” di Claudia Evangelista

Da sempre la cultura è particolarmente sensibile a temi di questo genere, più che mai l’arte concede di comunicare anche solo attraverso lo sguardo.

Claudia Evangelista è un’artista che ha osservato il comportamento umano nella sua interezza con il mondo che lo circonda, determinandone i comportamenti.

Il suo lavoro punta ad una visione del mondo eco-centrica, attraverso la quale stabilire connessioni sane tra umani, non umani in ambienti fisici condivisi.

Nella serie nominata “Riappropriazioni naturali”, la Evangelista crea un rapporto tra l’uomo e l’ambiente urbano, il rapporto con lo scarto e la natura.

Tali opere nascono dal portare alla luce l’assurdità dello scarto in quanto impossibile, poiché questo non esiste pur essendo costantemente presente nel quotidiano. L’artista evidenzia il concetto di come lo scarto non è ciò che non serve o da buttare via, poiché non esiste un luogo dove lo scarto scompare.

“Riappropriazioni naturali” è una composizione di marmi che cambiano di disposizione a seconda dello spazio espositivo, l’opera è formata da tre marmi che formano l’intera narrazione: un marmo bifronte in cui natura e uomo comunicano come facce della stessa medaglia, due marmi incisi, in cui l’incisione stessa comunica il dualismo antroponaturale.

Claudia Evangelista crea questa serie di opere, dal profondo desiderio di denunciare il rapporto che esiste attualmente tra l’uomo e l’ambiente urbano, e ancora il rapporto con lo scarto e la natura.

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