Armenia e Azerbaijan – Durante questa notte, le forze armene hanno cannoneggiato la città azera di Ganja causando almeno 7 vittime. La notizia è stata resa nota da un comunicato ufficiale del ministero degli Esteri dell’Azerbaijan. Altre esplosioni si sono avute a Stepanakert, capoluogo della contesa regione del Nagorno-Karabakh. Gli attacchi giungono a poche ore dal cessate il fuoco raggiunto tra Armenia e Azerbaijan, entrato in vigore alle ore 12 locali di ieri (10 italiane). In realtà già nel primo pomeriggio si erano avuti altri scontri armati e lanci di missili. In breve tempo sono arrivate le accuse reciproche ufficiali di aver violato la tregua.
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La tregua siglata, la mediazione russa e il gruppo di Minsk
L’annuncio della tregua era stato dato dal ministro degli Esteri russo Sergej Viktorovič Lavrov alle ore 3 del mattino del 9 ottobre dopo oltre 10 ore di colloqui. Per l’occasione erano giunti nella capitale russa i ministri degli Esteri azero e armeno Jeihun Bayramov e Zohrab Mnatsakanian, convocati direttamente dal presidente russo Vladimir Putin per tentare di porre fine al conflitto scoppiato il 27 settembre. Nelle intenzioni il cessate il fuoco avrebbe dovuto essere per “ragioni umanitarie”, consentendo in questo modo lo scambio dei prigionieri e dei corpi dei soldati uccisi, sotto l’occhio vigile del Comitato Internazionale della Croce Rossa.
Durante i colloqui i rappresentanti dei due Stati belligeranti hanno inoltre ratificato una formula di mediazione che prevede la supervisione del gruppo di Minsk. Si tratta di un organismo guidato da una co-presidenza attualmente composta da Francia, Russia e Stati Uniti d’America, creato nel 1992 dall’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) per prevenire il riaccendersi delle ostilità nel Nagorno-Karabakh. In questo modo non sarà possibile per altri paesi subentrare nella gestione dei negoziati, estromettendo di fatto la Turchia (che aveva inviato armamenti, istruttori militari e guerriglieri all’Azerbaijan) e frenando così il rinnovato protagonismo regionale del suo presidente Recep Tayyip Erdoğan.
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La situazione sul campo
Il conflitto nel Nagorno-Karabakh, regione formalmente sotto il controllo dell’Azerbaijan, ma con al suo interno una popolazione a maggioranza armena, rientra nella tipologia di contese e dispute originatesi dalla dissoluzione dell’URSS. Dopo un sanguinoso conflitto combattuto tra il 1992 e il 1994 che causò oltre 30000 vittime, si erano avuti negli anni solo sporadici scontri armati lungo le linee di frontiera. Attualmente, nonostante i dati forniti dalle Autorità armene e azere non siano totalmente attendibili, si parla già di centinaia di caduti tra i militari e di decine tra i civili.