Il saluto del popolo di Pino


Giornalismo e sciacallaggio

A Piazza Plebiscito, Napoli, si è riunito il numeroso e variegato popolo di Pino Daniele per quello che è stato il vero, ultimo saluto all’ idolo, al mito, al poeta, al folle, al filosofo…a tutto ciò che ha rappresentato Pino Daniele per questa città.

Una piazza che si è affollata dopo la chiusura di uffici e negozi, ma che è apparsa animata fin dalle prime ore del pomeriggio; postazioni televisive che si collegavano in diretta, giornalisti che raccoglievano le opinioni dei fans e -come sempre- la richiesta e l’ offerta di visibilità da parte di chi voleva essere, forse non a torto, dentro una pagina di storia, una storia che non riguarda solo la città.

Il merito di Pino Daniele è stato quello di essere stato fedele a sé stesso, non doveva fedeltà a nessun altro; lui “che senza aiuto di nessuno, ha imparato a dire no” ha cantato e scritto quello che sentiva, ha contaminato una Napoli sdoganata da ogni oleografia (vedi ” ‘Na tazzulella ‘ e cafè”) con tutta la musica che incontrava mescolandosi a Chick Corea e suonando con Pat Metheny. L’ elenco delle collaborazioni, dei tours, dei concerti lo leggeremo altrove, lo ricorderemo nelle sue canzoni, nelle musicasette degli anni Ottanta, nei CD degli anni successivi, nelle fotografie della memoria di ognuno dei suoi fans.

Della sua vita si è sempre saputo lo stesso necessario, bisogna proprio mettersi di lena buona per carpire pezzi di vita antecedenti alla sua comparsa sui socials, dove tutto diventa più facile ma anche meno gestibile. A Piazza Plebiscito si sono svolti due riti importanti: il primo (il flash mob) ha attirato tutti quelli che volevano salutarlo, sapendo che alla città natale sarebbe poi mancato questo onore. Il secondo è stata una vera e propria messa a cielo aperto. Solo chi c’era può testimoniare che il silenzio è calato di colpo sulla piazza gremita; che la celebrazione è cominciata alle 19.15 perchè si attendeva il Cardinal Sepe, e che questo popolo bistrattato, e spesso messo alla berlina perchè i lazzari fanno sempre notizia, pure quando non sono felici, ha cantato insieme alla Corale, come si addice a tutte le assemblee che sono chiesa partecipante, anche in un rito funebre. Si è segnato, si è accostato all’ Eucarestia e ha saputo con civiltà e rispetto attendere il momento in cui la messa termina e si può dare sfogo al proprio dolore. Non è stato nient’ altro che questo: il desiderio di canalizzare lo shock, il dolore di una perdita incommensurabile e potersi abbracciare gli uni con gli altri, a consolarsi mentre per l’ultima volta si cantava insieme a Pino.

Masaniello è crisciuto”, Masaniello è vulato….adesso bisogna solo stare ben lontani da chi, attraverso una ripresa televisiva orchestrata ad arte (perchè fa più comodo sottolineare l’allegria di un manipolo di affamati di notorietà, piuttosto che far passare in un contenitore pomeridiano l’immagine di un popolo composto e silenzioso nell’attesa) oppure attraverso lo sciacallaggio di pubblicare brandelli di fotogrammi a uso e consumo di una continua campagna denigratoria che non si capisca bene a cosa miri, vuole pedissequamente e costantemente creare polemica intorno al proprio nome, per meri fini volgarmente detti pubblicità.

Che ora possa calare il silenzio, che ora possa parlare la musica. Il sig. Daniele Giuseppe è andato nel mondo dei giusti, Pino Daniele non morirà mai.

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