Sarzi Puttini: “Fibromialgia, ci aspettiamo che vengano messe a disposizione delle risorse per poter curare i nostri malati”


Il percorso per il riconoscimento delle Fibromialgia come malattia in Italia è ancora lungo

Di seguito l’intervista con il Professor Sarzi Puttini Presidente dell’AISF, nonchè Direttore Responsabile del reparto di Reumatologia dell’Ospedale Sacco di Milano:

Da quanto tempo si occupa dell’AISF?

Io sono il fondatore dell’associazione insieme ad altri pazienti da circa 15 anni, nel tempo è cresciuta ed è diventata una ONLUS. Abbiamo raggiunto diversi obiettivi di cui il più importante è quello di far conoscere la fibromialgia malattia riconosciuta in tutto il mondo meno che in Italia, dove non è presente nell’elenco delle malattie croniche. Stiamo lottando con il Ministero e le Regioni affinchè la malattia venga riconosciuta ed abbia un suo codice.

Cosa state facendo a livello nazionale per il riconoscimento di questa malattia?

Abbiamo avuto nei giorni scorsi un incontro con il Ministero della Salute dove abbiamo presentato un dossier in cui portiamo a conoscenza gli aspetti epidemiologici, clinici e di trattamento della malattia. Il Ministero sta vagliando il dossier al fine di valutare se inserire la fibromialgia tra i LEA. Stiamo facendo lo stesso percorso con le Regioni affinchè venga riconosciuta la malattia, ci aspettiamo che vengano messe a disposizione delle risorse per poter curare i nostri malati. Il grosso problema è che mancando un codice di riconoscimento della malattia, rimane una diagnosi senza un corrispettivo di definizione compresa nei codici di malattia in Italia. Come in tutte le malattie ci sono pazienti molto severi o con la malattia molto lieve.

Quante persone in Italia e nel mondo soffrono di fribromialgia?

La fibromialgia riguarda circa il 2-3% della popolazione mondiale, non c’è differenza ne di sesso ne di razza. C’è una lieve prevalenza femminile, questo perchè la soglia del dolore nel sesso femminile è più basso. Il problema del riconoscimento riguarda proprio questo, le molte persone che ne sono colpite. Per lo Stato ci vorrebbero notevoli risorse al fine di curare i pazienti che ne sono affetti. Il cittadino deve sentirsi compreso nella sua patologia clinica.

Quali sono le vostre prossime iniziative a livello locale e nazionale?

Abbiamo delle sessioni locali che gestiscono i nostri pazienti, organizziamo dei corsi per educare i nostri pazienti, vorremmo creare un’area educazionale per psicologici e fisioterapisti. I sintomi della fibromialgia sono dolore, stanchezza, alterazione del sonno, depressione e questi sintomi richiedono un aspetto psicologico multidisciplinare.

 

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