DOUMA- Notizie frammentate e confuse arrivano dalla Siria circa l’attacco che nella giornata di ieri è stato inflitto nella città di Douma. I media parlano di 40/70 morti, non c’è ancora un numero ufficiale.
L’attacco sarebbe avvenuto nella città assediata di Douma alle porte di Damasco nella Ghuta orientale, ultimo sobborgo che non si è ancora arreso e roccaforte dei ribelli siriani, dove venerdì scorso sono ripresi i combattimenti dopo una settimana di tregua. Nella stessa zona nell’agosto del 2013, ci fu il peggior attacco chimico nella guerra civile siriana con circa 1300 vittime.
Al momento Al Jazeera e la BBC riferiscono di centinaia di feriti in condizioni gravissime. The White Helmets, gruppo di soccorritori che operano in aree controllate dall’opposizione in Siria, stimano oltre 150 feriti di cui molti in condizioni gravissime. Le vittime sono soprattutto civili, molti bambini che si erano rifugiati nelle cantine per sfuggire alle bombe. Il gas cloro essendo più pesante dell’aria tende a saturare questi ambienti. A Douma ci sono solo due piccoli ospedali che non sono stati in grado di far fronte all’emergenza.
Fonte Syria Civil Defence – The White Helmets:
“Più famiglie sono state trovate soffocate nelle loro case e rifugi a #Douma. Il numero di vittime sta aumentando drasticamente, e le squadre di ambulanza e i volontari della difesa civile continuano le loro operazioni di ricerca e salvataggio”. #Doumasuffocating
Al Jazeera riporta le parole di Moayed al-Dayrani, medico volontario residente a Douma:
“Al momento stiamo affrontando più di 1.000 casi di persone che hanno difficoltà a respirare dopo che una bomba al cloro è stata sganciata sulla città e il numero di morti probabilmente aumenterà ancora”
Per l’agenzia di Stato Sanà i ribelli di:
“Jaysh al-Islam sono al collasso e i loro organi di propaganda hanno organizzato un finto attacco per dare la responsabilità al governo e ostacolare l’avanzata dell’esercito siriano”.
Hamza Birqdar, portavoce dei combattenti di Jaysh al-Islam come gli altri gruppi, accusa:
«il regime e i suoi alleati», cioè i russi, «di continuare con i loro crimini». I Caschi Blu, volontari vicini ai gruppi ribelli, hanno diffuso immagini di bambini morti soffocati.