Spira forte il vento di destra


Il governo francese ha dichiarato, dopo la vittoria alle politiche della coalizione di Giorgia Meloni, di essere attenta al rispetto dei diritti civili in Italia, scatenando reazioni vivaci nel nostro paese, ma anche nel partito del Rassemblement National, guidato da Marine Le Pen.

Secondo la leader della destra francese, le ingerenze sono insopportabili nelle democrazie europee e peraltro sono contrarie alla gloriosa tradizione transalpina. Secondo Marine Le Pen si assiste da anni al ritorno delle nazioni, perché ormai la divisione tradizionale tra destra e sinistra è sostituita da quella tra nazionali e mondialisti, ossia tra coloro che difendono la nazione e quelli che sperano nella cancellazione della stessa, a beneficio di strutture internazionali sovranazionali come l’Unione europea.

Secondo la leader dell’opposizione francese, i rapporti con Giorgia Meloni sono buoni, ma ci sono sfumature di patriottismo diverse con il partito di fratelli d’Italia, mentre è la Lega il partito al quale si dichiara più vicino dal punto di vista politico ed affettivo. Le Pen dichiara di essere fedele nelle amicizie e nelle alleanze politiche e non le mette in discussione in funzione dei risultati delle elezioni, perché questi soprattutto in Italia possono cambiare in modo rapido. In ogni caso la leader del Rassemblement National dichiara di essere molto più vicina a Meloni, rispetto a Draghi, e con il partito fratelli d’Italia è comunque in programma il tentativo di creare con la Lega di Salvini, una grande alleanza sovranista, per costituire addirittura un unico gruppo al Parlamento europeo di Strasburgo, assieme pure a forze politiche polacche, ungheresi, ceche e forse le svedesi, che si sono imposte alle recenti elezioni nella nazione scandinava.

Conflitto Russia-Ucraina, la soluzione dev’essere diplomatica e non militare

Secondo la signora Le Pen, la Francia dovrebbe recuperare un ruolo di mediazione nella vicenda bellica in Ucraina, invece di lasciarlo attuare dalla Turchia di Erdogan, dalla Cina e da Israele, perché la soluzione del conflitto deve essere diplomatica e non militare. La Francia deve prendere l’iniziativa di organizzare una conferenza internazionale per la pace, perché come diceva De Gaulle gli Stati hanno solo interessi, non amici, e quindi  bisogna diffidare non solo della Russia di Putin, la cui invasione dell’Ucraina va comunque chiaramente condannata, ma anche della Cina e degli Stati Uniti.

Va ripristinata la posizione storica della diplomazia francese, che ha sempre promosso l’indipendenza, l’equidistanza e la costanza dei rapporti internazionali, mentre in questo periodo i dirigenti dell’unione europea stanno provocando un pericoloso indebolimento dell’ istituzione sovranazionale, rispetto alle altre potenze economiche e politiche mondiali. In Italia intanto viene eletto presidente del Senato un altro esponente di destra come Ignazio La Russa, al termine di una votazione, in cui nonostante il voto non favorevole del gruppo di Forza Italia, tranne quelli di Berlusconi e della Casellati, ottiene in modo inaspettato e clamoroso, numeri superiori alla stessa coalizione di maggioranza.

Ignazio La Russa presidente del Senato

Il presidente più a destra della storia repubblicana italiana è stato proclamato per uno strano scherzo del destino proprio dalla senatrice a vita Liliana Segre, che nella sua breve gestione dell’aula, dovuta per l’indisponibilità per motivi di salute del più anziano Giorgio Napolitano, ha saputo calibrare parole di pesante condanna sul passato fascista della nostra nazione, ma anche quelle importanti sulla mancata attuazione della Carta Costituzionale, scelta dai padri costituenti nel dopo guerra.

Ignazio La Russa è nato a Paternò in Sicilia nel 1947, proprio negli anni della Costituente, è un avvocato penalista, ma fondamentalmente un politico pluridecennale di professione, che ha attraversato mezzo secolo di storia della destra italiana, dal Fronte della Gioventù a Fratelli d’Italia, passando dal Msi-DN, ad AN con la svolta di Fiuggi di Gianfranco Fini, e poi al PdL dopo la fusione con forza Italia, diventando vice presidente della Camera e ministro della Difesa nel quarto governo Berlusconi. Le sue passioni più grandi sono i cani, i libri di fantascienza e il calcio con il tifo sfegatato per il Catania e l’Inter.

Insomma in attesa della formazione del governo Meloni, il vento di destra spira fortissimo nelle due Camere della Repubblica italiana, recentemente insediatasi dopo il taglio dei parlamentari, voluto da tutte le forze politiche più grandi e non solo da quelle di destra.

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