La Stazione spaziale cinese Tiangong-1
La Stazione Spaziale Tiangong-1 (Palazzo Celeste in mandarino) è la prima inviata dai cinesi nell’atmosfera e fu lanciata dal centro di Jiuquan il 30 settembre 2011.
Dal 2016 ne è stato perduto il controllo
Tiangong-1 sta rientrando nell’atmosfera ma c’è un problema: il ritorno sarebbe dovuto avvenire con un ammaraggio nell’Oceano Pacifico, ma così non sarà: infatti, di essa è stato perduto il controllo dal marzo del 2016. Da quel momento la Stazione ha cominciato a scendere verso la Terra in modo lento e progressivo.
Il monitoraggio della discesa
La discesa della Tiangong-1 è comunque monitorata da diversi sensori di osservazione nel suo percorso orbitale, che ne registrano la posizione ed il tasso di decadimento. Solo nelle ultimissime fasi del rientro sarà possibile stabilire la data in cui terminerà la discesa e le parti del pianeta che saranno coinvolte e ciò a causa della complessità dell’interazione fra la stazione spaziale e l’atmosfera terrestre. L’impatto dovrebbe aversi la mattina di Pasqua, domenica 1 aprile, alle 12,25 ora italiana.
http://gty.im/146500479
Tiangong-1: le caratteristiche
Tiangong-1 è stata pensata come laboratorio e stazione sperimentale per l’attracco di varie navette Shenzhou, che effettivamente l’hanno visitata tre volte, due delle quali in missioni “abitate dagli astronauti”.
La massa complessiva al lancio di 8500 kg., incluso il propellente, si è progressivamente ridotta in quanto la vita operativa pianificata inizialmente in due anni è stata ampiamente superata e una gran quantità di carburante è stato consumato per sostenere l’orbita e le condizioni di abitabilità all’interno del modulo. Si stima che la parte di propellente residuo che avrebbe permesso il previsto rientro controllato nell’Oceano Pacifico sia ancora a bordo.
L’area interessata all’impatto
Gli eventuali frammenti della Tiangong-1 che resisteranno all’attrito con l’atmosfera cadranno nella zona all’interno della fascia -44°S e +44°N di latitudine. L’area è molto ampia e costituita in gran parte da oceani e deserti, ma il raggio di impatto include anche zone di Stati Uniti, Brasile, India, Cina e Italia.
http://gty.im/169844322
La parte d’Italia interessata
La parte d’Italia interessata è quella centro-meridionale, che parte più o meno dall’Emilia Romagna e va verso il sud.
L’Italia è coinvolta nel monitoraggio attraverso l’Agenzia spaziale italiana (Asi). Il compito di Asi è tenere sotto controllo attraverso radar e telescopi il decadimento della stazione e per far questo ha coinvolto il proprio Centro di Geodesia Spaziale di Matera.
Nessun allarmismo ma corretta e tempestiva informazione
Il capo della protezione Civile, Borrelli, ha reso noto che è stato predisposto un sistema di allerta della popolazione con il coinvolgimento dei media che “rappresenta i primi passi di un sistema di early warning nazionale“.
“Useremo le pagine social del Dipartimento, il nostro sito è sempre attivo, anche il numero unico del servizio emergenze, chiediamo a tutti i media di cooperare perché ci saranno appena 40 minuti per allertare la popolazione se scattasse l’allerta in Italia” ha aggiunto Borrelli.
Fonte:www.protezionecivile.gov.it