“Ucciso perché solo” tema della terza edizione di Summer School Ucsi svolta a Casal di Principe, dal 22 al 24 settembre 2017. Tre giorni di giornalismo investigativo sui grandi casi della storia italiana.
Questa terza edizione della Summer School Ucsi, scuola di giornalismo investigativo è stata dedicata a coloro che sono morti per affermare la legalità laddove da tempo era assente o ignorata, protagonisti della storia recente del nostro Paese quali Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Ilaria Alpi, Maria Grazia Cutuli, Enrico Mattei e Don Peppe Diana. Una scuola di formazione civile e professionale, nonché di resistenza, ponte tra ciò che è avvenuto e gli effetti scaturiti da questi efferati omicidi. Queste figure hanno seminato un substrato di legalità resistente all’oblio, al silenzio, un humus sui cui attecchire nuovi rami, nuovi volti che operino per la legalità come più volte hanno ricordato gli ospiti di questa terza edizione.
“Tocca a noi giornalisti raccontare ciò che è avvenuto e avviene in questi territori” R. Capacchione.
L’edizione svoltasi, come le precedenti a Casal di Principe in provincia di Caserta è stata organizzata dal consorzio Agrorinasce e dall’Ucsi Caserta presso il Teatro – Parco della Legalità, patrocinata anche dall’ Ordine dei Giornalisti della Campania, dal sindacato dei giornalisti nazionale e regionale FNSI e SUGC, dalla Fondazione Polis e dall’ Università di Caserta, Luigi Vanvitelli; conclusa con la visita alla Cappella ove riposano le spoglie di Don Peppe Diana, figura simbolo della rinascita di questo territorio, ucciso nella sacrestia della chiesa dove era parroco alle 07.30 del 19 marzo 1994 poco prima che officiasse messa.
DON PEPPE DIANA
Una conclusione emotivamente impattante. In questi tre giorni di intensi dibattiti questa era indubbiamente tra le figure approfondite, quella geograficamente più vicina. Recarsi sul luogo dove vedi materializzare ciò di cui hai sentito parlare, letto, amplifica e concretizza tutto quanto ascoltato nei giorni precedenti. Protagonisti di questa mattinata conclusiva insieme agli organizzatori Luigi Ferraiuolo (direttore della Summer School Ucsi) e Giovanni Allucci (amministratore delegato di Agrorinasce), Augusto Di Meo amico e testimone dell’efferato omicidio di Don Peppe Diana; Raffaele Sardo, giornalista di “La Repubblica” amico anch’egli di Don Peppe Diana e autore del libro “È marzo, la primavera sta per arrivare. Don Peppino Diana, ucciso per amore del suo popolo”, edito da Università per la legalità e lo sviluppo; Rosaria Capacchione, senatrice, e all’epoca dei fatti inviata de “Il Mattino”. Il vescovo di Aversa, Monsignor Angelo Spinillo ha aperto quest’ultima sessione portando il suo contributo con i saluti istituzionali. Una ricostruzione reale, scevra da orpelli e cavilli burocratici, intensa, nuda e cruda, goliardica quando Di Meo e Surdo descrivono la passione e la vitalità di Don Peppe Diana.
“Ho reso giustizia ad un mio amico, ho raccontato ciò che ho visto” A. Di Meo
GIOVANNI FALCONE – PAOLO BORSELLINO
Venerdì pomeriggio dopo i saluti istituzionali del presidente del tribunale di Napoli Nord, dottoressa Elisabetta Garzo, Ottavio Lucarelli, presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania, Giovanni Allucci, amministratore delegato Agrorinasce, Claudio Silvestri, segretario sindacato Unitario Giornalisti Campania – FNSI; la terza edizione è iniziata con Falcone e Borsellino.
Ospiti: Giuseppe Ayala, Pubblico ministero I Maxiprocesso a Cosa Nostra, parlamentare; Claudio Martelli, ministro di Grazia e Giustizia nel Governo Andreotti e promotore con Giovanni Falcone della procura nazionale antimafia; Leonardo Guarnotta, giudice istruttore del Maxiprocesso a Cosa Nostra; Antonio Roccuzzo, caporedattore de LA 7; Toni Mira, inviato di “Avvenire”.
La Lectio Magistralis di Ayala e Martelli, la ricostruzione dei fatti, la genesi del pool antimafia e sua evoluzione, il bunkerino, il primo maxiprocesso, la costruzione dell’aula bunker e aneddoti personali, hanno arricchito e certamente spronato gli uditori ad ulteriori approfondimenti sull’immensa opera meritoria apportata da questi due uomini di giustizia. Le emozioni di Ayala e Guarnotta hanno in alcuni momenti posto l’accento su un dato umano validissimo: un lavoro condiviso di afflato, sacrificio e tenacia quale è stato il loro, non sarà mai sfumato dal trascorrere degli anni.
“L’eredità di Falcone e Borsellino non è quantificabile perché e immateriale ed è di una nobiltà tale che è destinata a non morire mai” G. Ayala.
ILARIA ALPI – MARIA GRAZIA CUTULI
Due donne giornaliste uccise nello svolgimento del proprio lavoro, entrambe all’estero. Ilaria Alpi, giornalista della Rai assassinata in Somalia a Mogadiscio insieme al suo cineoperatore Miran Hrovatin, il 20 marzo 1994; Maria Grazia Cutuli, assassinata sulla strada che da Jalalabad portava a Kabul il 19 novembre del 2001 insieme all’inviato di El Mundo Julio Fuentes e a due corrispondenti dell’agenzia Reuters: Harry Burton, australiano e Azizullah Haidari, afgano.
Sono intervenuti ad approfondirne gli scenari in cui sono avvenuti questi efferati assassini due giornalisti: Luciano Scalettari, vicedirettore di “Famiglia Cristiana” e Fausto Biloslavo, inviato di guerra, coadiuvati da Leonida Reitano, presidente dell’Associazione Giornalismo Investigativo. Queste uccisioni avvenute in condizioni diverse probabilmente non consegneranno mai il reale movente, in particolar modo quella di Ilaria Alpi, nonostante gli anziani genitori lottino ancora per la verità. Sono stati consegnati alla platea racconti particolareggiati, di quei giorni e quel periodo storico, restituendo una testimonianza consolidata di giornalismo investigativo.
ENRICO MATTEI
La giornata di sabato si è conclusa con il caso Enrico Mattei, fondatore dell’ENI (1952, Ente Nazionale Idrocarburi), figura di primo piano e simbolo del miracolo italiano postbellico. Enrico Mattei fu vittima di un attentato, il suo aereo personale – un Morane-Saulnier MS-760 Paris I-SNAP – precipitò la sera del 27 ottobre del 1962 a Bascapè, un piccolo paese in provincia di Pavia. Morirono tutti gli occupanti, oltre a Enrico Mattei, il pilota Irnerio Bertuzzi, William McHale giornalista americano della testata Time-Life.
Il suo caso è stato a lungo insabbiato e i testimoni messi a tacere come hanno argomentato Lorenzo Calò, caporedattore de “Il Mattino” Caserta; Enzo Calia, Sostituto procuratore generale presso la Corte di Appello di Milano e Sabrina Pisu inviata di Euronews. Fu proprio Calia a dimostrare con le prove contenute in 208 pagine di fascicolo che il bimotore cadde per una bomba collocata nel carrello d’atterraggio del velivolo.
Delitti di matrice diversa, ferite aperte nella storia moderna del nostro Paese.
La IV edizione di Summer School Ucsi si svolgerà dal 14 al 18 settembre 2018.
“Ci sono persone che pensano esclusivamente di far il proprio dovere, non lo baratterebbero con null’altro al mondo” L. Ferraiuolo
foto: Nicolina Leone