La politica italiana, riesce in un momento di precarietà assoluta, ad avere la folle lucidità di lanciarsi in una crisi governativa. Un vero salto nel vuoto, o una mossa appropriata? Uno sviluppo dei metodi d’azione ma senza traccia di progresso nei contenuti.
Testugine social
La domanda che legittimamente ci si fa in queste ore è se dunque questa crisi fosse proprio necessaria. Chiaramente non stiamo vivendo un periodo che molto si presta ad una condizione di instabilità. Piuttosto bisognerebbe però comprendere il reale motivo alla base di questa crisi. Il fine ultimo della stessa. Poche ore dopo le dimissioni delle ministre di Italia Viva, Bellanova e Bonetti, la compagine di maggioranza composta da parlamentari Cinquestelle e PD, si è scatenata in difesa del forte, attraverso gli account social, con la potenza di fuoco degli hastag “AvanticonConte”. Testugine social, così potrebbe definirsi.
Barcollo ma non mollo
Dopo aver incassato,nelle ultime settimane, la fiducia anche al Senato, il Governo claudicante di Conte si appresta a riprendere il largo,con una barca ormai senza tappo e forse senza neanche più un capitano. Non di poco conto l’episodio dei “ritardatari”, che al termine della votazione del 20 Gennaio, appellandosi alla Var, hanno ottenuto la possibilità di votare. Ecco, la capacità e la fortuna di poter in un attimo creare una commistione tra la Var e il Senato della Repubblica. Si mostra una classe politica, figlia come non mai del suo tempo, della sua nuova cultura social. Quella del portare a casa il risultato ad ogni costo, quella che “il miglior attacco è la difesa”, quella che “alla fine mettiamo tutti lo stesso “hastag” mi raccomando”, quella che “oh tutti compatti”, quella che “la crisi adesso no, adesso proprio no ti prego”.
Senza appello
Questa è una crisi di Governo, presentata,come sempre, figlia di un insopprimibile spirito democratico. Nasconde tutt’altro, forse l’esigenza di una nuova più generosa distribuzione dei ruoli . Ma su tutto splende, lo scatto in avanti che la politica nostrana ancora una volta ha mostrato. La capacità di ostentare uno sviluppo che paradossalmente coincide con una drammatica assenza di progresso. Se da un lato infatti, tutto questo rende forse più avvincente lo scenario politico al pari di una serie tv action-trhiller, dall’altro appiattisce completamente e senza appello la credibilità dei protagonisti.