Teatro Carlo Felice: Paolo Conte a Genova, nella suggestiva cornice del Teatro Carlo Felice, per una serata di musica dove l’artista, accompagnato da un’orchestra, ha guidato il suo pubblico in un viaggio a ritroso nei grandi classici di una carriera lunga più di cinquant’anni. ‘FIFTY YEARS of AZZURRO’ è uno spettacolo speciale a favore del Comitato Friuli Venezia Giulia AIRC per raccogliere fondi a sostegno dei migliori progetti di ricerca per la cura dei tumori femminili.
Il concerto di Paolo Conte per AIRC ha rinnovato l’alleanza tra musica e ricerca oncologica per una serata di grande impegno collettivo con l’obiettivo di raccogliere fondi da destinare ai ricercatori impegnati in progetti di ricerca d’avanguardia per la cura dei tumori che colpiscono le donne.
Nel 2018, solamente in Italia, oltre 65.000 donne hanno ricevuto una diagnosi per un tumore alla mammella o agli organi riproduttivi. Il cancro al seno è il più diffuso con circa 50.000 nuovi casi. È però la patologia per la quale, negli ultimi due decenni, la ricerca ha ottenuto i migliori risultati portando la sopravvivenza, a cinque anni dalla diagnosi, a crescere dall’81% all’87%. Un traguardo importante ma ancora lontano dall’obiettivo di poter curare tutte le donne.
Inoltre, il concerto, bellissimo, propone i grandi successi dell’autore astigiano dove al termine del concerto, eseguito in modo impeccabile da Conte e dalla sua orchestra di dieci elementi, tutto il pubblico del Carlo Felice si è alzato in piedi per un applauso infinito. Conte ha ringraziato a modo suo, con un’esecuzione di Genova per noi da solo, al pianoforte.
A tratti, dietro al suo pianoforte personale che lo accompagna ovunque, in altri in piedi, a volersi quasi godere l’abbraccio del suo pubblico, un Conte in grandissima forma ha regalato uno dei suoi concerti piu’ belli ed emozionanti, Conte a fine serata si porta realmente tutti con se’, nel suo mondo fantastico, magari in attesa di un nuovo concerto da vivere e custodire tra i ricordi piu’ belli di questa magica serata.
(Foto di Marcello Orselli)