Marco Lillo, giornalista del Fatto Quotidiano, ha acquistato on line test sierologici Covid-19. I test, attualmente, non sono disponibili nelle farmacie italiane.
Ha contratto il virus, ma lo sa solo dopo esser guarito
La possibilità di essere sottoposti al tampone, manifestando lievi sintomi, se non addirittura da sintomatici, risulta essere ormai sempre più complicata. Ne sa qualcosa il giornalista del Fatto Quotidiano Marco Lillo, il quale ha raccontato la sua vicenda personale con un video al FattoQuotidiano.it.
Tornato da un viaggio aereo, Lillo inizia ad accusare una lieve febbre. Prontamente, vista la situazione di pandemia mondiale, richiede al proprio medico di famiglia, di essere sottoposto al test. Non mostrando un quadro clinico preoccupante gli viene negata questa possibilità, dando priorità a situazioni più gravi.
Decide, coscienziosamente di porsi in quarantena volontaria.
Test sierologico, acquistato on line dalla Cina
All’interno del video, dice di aver acquistato on line un test sierologico (potete trovarli a questo link), per scoprire se ha contratto o meno il virus. La confezione acquistata al costo di 270 euro, contiene 40 test sierologici, che offrono a Marco Lillo, nel tempo di dieci minuti netti, la triste notizia di aver contratto il virus, di averlo poi superato vista la presenza degli anticorpi riscontrati dal test nel suo sangue.
Quello acquistato è un prodotto purtroppo attualmente assente nelle nostre farmacie, poiché non validato. Ci sono volute due settimane, per la sua disponibilità, arrivando direttamente dalla Cina.
Si evidenzia in questo test un dato da considerare. Questo ha una percentuale di errore del 4%, quindi il risultato dato è veritiero fino al 96%. Sicuramente una percentuale di veridicità da non disprezzare. Meglio sicuramente di restare all’oscuro sulla personale situazione di contagio al covid19.
Rendere disponibili i test sierologici subito
Bisognerebbe chiedersi, come lo stesso giornalista fa, perché la difficoltà di essere sottoposti ad un tampone risulta ancora così alta, soprattutto in funzione del dato altissimo di malati asintomatici. Più grave, è l’inibizione dello Stato Italiano, a sottoporre i test sierologici alla popolazione, non rendendoli disponibili prontamente in maniera diffusa.
Viviamo in uno Stato, che fortunatamente gode di una sanità pubblica, tra le migliori al mondo. Però il dover autonomamente provvedere, per capire se si ha contratto il Covid-19 e soprattutto per capire se si è capaci ancora di infettare, risulta vergognoso.
Iniziare ad utilizzare questi test sierologici, acquistati dallo Stato, su un raggio più ampio di persone fornirebbe un’utile informazione soprattutto a chi, magari ha avvertito nelle settimane scorse sintomi accostabili alla presenza del virus, e può finalmente capire se uscire o meno fare la spesa.