Trump firma un decreto contro TikTok e WeChat


Trump firmato un decreto che vieta a tutti gli americani  di avere rapporti commerciali con i proprietari cinesi delle app TikTok e WeChat

Donald Trump – Nella serata di giovedì 7 agosto, il presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump ha firmato un decreto che vieta di fatto a qualunque azienda o persona statunitense di avere rapporti commerciali e di concludere transazioni con i proprietari cinesi delle app TikTok e WeChat, obbligandoli di fatto a vendere la partecipazione nelle operazioni di TikTok negli USA.

L’app è uno dei social network più diffusi del momento con oltre 150 milioni di utenti quotidiani e che a luglio si è collocato al primo posto nelle classifiche delle app più scaricate dagli store degli smartphone.  L’entrata in vigore del decreto è fissata entro 45 giorni, quindi, chi entro la seconda metà di settembre non rispetterà questo obbligo sarà soggetto a una sanzione finanziaria.

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Il piano Reti pulite

Il decreto del Presidente degli Stati Uniti è stato emesso con riferimento a una legge voluta nel 1977 dall’allora presidente Jimmy Carter, l’International Emergency Economic Powers Act, la quale autorizza il presidente a dichiarare l’esistenza di una “minaccia inusuale e di carattere straordinario […] alla sicurezza nazionale, alla politica estera o all’economia degli Stati Uniti” che ha origine “in tutto o nella parte più significativa, oltre i confini nazionali” e grazie alla quale può bloccare le transazioni e congelare i beni che ritiene in relazione a tale minaccia.

Il provvedimento è stato approvato all’unanimità nel Senato a maggioranza repubblicana e risulta inquadrato nel più ampio piano dell’amministrazione Trump di salvaguardia delle reti denominato “Reti pulite”, un’offensiva digitale che mira a rimuovere dagli store online le applicazioni che non sono ritenute dall’amministrazione americana “affidabili”.

Già il 6 agosto il segretario di Stato americano Mike Pompeo aveva specificato come alcuni programmi e tecnologie cinesi rappresentassero alcuni rischi per la sicurezza, specificando che alcune app sono “degli strumenti nelle mani della censura” del Partito comunista cinese e che gli USA sono intenzionati anche a bloccare l’installazione di app americane su telefoni realizzati in Cina come quelli prodotti dell’azienda Huawei.

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Trump ed il divieto di WeChat e l’azione di Microsoft

Mentre TikTok rappresenta un capitolo noto della nuova guerra fredda tra Cina e Stati Uniti, la vera novità del decreto del presidente Trump è rappresentato dal divieto di rapporti commerciali e transazioni tramite l’app WeChat. Quest’ultima, di proprietà della cinese Tencent, è considerata in Cina una super-applicazione per via delle sue diverse funzioni che vanno dalla messaggistica e videochiamate, alle micro-transazioni finanziarie, ai giochi fino all’e-commerce. Solo negli USA ha oltre 3 milioni di utenti, ed è utilizzata prevalentemente dalle comunità di cinesi-americani e dagli studenti per comunicare con le loro famiglie rimaste in Cina. L’applicazione, nel corso degli anni, era stata al centro di campagne di intimidazione da parte del Partito comunista cinese, il quale possiede anche un proprio account sul social network. Il divieto potrebbe rappresentare un duro colpo per i milioni di cinesi che risiedono all’estero, ma anche per le stesse aziende americane dell’hi-tech, in quanto si vedrebbero costrette a rendere i loro prodotti meno appetibili sui mercati cinesi e a eliminare buona parte degli introiti pubblicitari.

 

Mentre il Governo cinese è subito insorto parlando di “manipolazione e di repressione politica”, Tiktok ha già minacciato un’azione legale negli USA pur specificando che nel corso dell’ultimo anno più volte si è cercati di arrivare a un confronto con l’amministrazione Trump. Nel frattempo, sempre più fondati sono i rumors relativi al tentativo del colosso dell’informatica Microsoft, di comprare tutte le attività di TikTok, anche nei paesi europei e in India, a causa delle difficoltà della separazione delle attività di back office. Non sarebbe però inclusa nell’elenco dei paesi la Cina, dove opera una variante dell’app chiamata Douyin. Probabilmente l’arrivo dei decreti presidenziali accelererà di fatto la vendita dell’app da parte di Bytedance a Microsoft al fine di evitare sanzioni nel caso continui ad operare negli Stati Uniti.

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