Dopo la scadenza della presentazione delle liste per le prossime elezioni europee cominciano i controlli per verificare la correttezza delle procedure e dare il via libera ufficiale. Sono coinvolti personaggi politici di primo piano, a cominciare dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dal vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani e dalla segretaria del PD Elly Schlein. Ci sono, però anche esordienti, seppure già molto noti alle cronache non solo politiche come Ilaria Salis e il generale Roberto Vannacci.
Alcune candidature arrivano alla consegna finale delle liste con tante polemiche anche per l’uso dei “detto” sulle schede, utilizzato per specificare meglio il nome da apporre in cabina elettorale.
Europa, chi sono i candidati “civetta”?
A differenza degli altri Paesi dell’Unione Europea, in Italia ci sono molti leader dei partiti, che pur ricoprendo già incarichi istituzionali nazionali, sono candidati in prima persona.
In molti casi si può definirli chiaramente come candidati “civetta” perché poi, se eletti, non lasceranno i propri ruoli per il seggio europeo. L’esempio più eclatante è proprio quello della premier Giorgia Meloni, ma potrebbe riguardare anche Schlein, Tajani, Renzi e Calenda.
Appare evidente come in molti casi il fatto di impiegare i nomi dei leader sia solo una scelta per catturare consensi e misurare la forza, senza quindi una reale intenzione di partecipare al parlamento europeo. E così sulle schede di tutte le circoscrizioni ci saranno per esempio Giorgia Meloni “detta Giorgia” e Carlo Calenda.
Loro compariranno sia sui simboli sia sulle liste. Anche Cateno De Luca e l’ex viceministra pentastellata Laura Castelli saranno la testa di lista di “Libertà-Sud chiama Nord” in tutte le circoscrizioni. Il nome di De Luca compare anche nel simbolo.
Non ci sarà il nome sul simbolo invece per la leader Elly Schlein, che guida la lista del PD solo nella circoscrizione Centro e Isole. Da segnalare come il personaggio molto noto e ancora fresco di dimissioni da sottosegretario ai Beni Culturali per alcune inchieste giudiziarie e conflitti di interesse, il critico d’arte Vittorio Sgarbi, sia candidato nelle liste di Fratelli l’Italia alle elezioni europee di giugno.
Non hanno voluto candidature invece i leader di Lega, Movimento 5 stelle e Alleanza Verdi e Sinistra, vale a dire Matteo Salvini, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli. Comunque il nome di Salvini resta sul simbolo “Salvini premier” della lega, mentre nel contrassegno di “Stati Uniti d’Europa” c’è il nome di Emma Bonino, seppure scritto in piccolo.
L’effetto nostalgia, il nome del Cavaliere sul simbolo di Forza Italia
Addirittura Forza Italia punta sull’effetto nostalgia con la conferma del nome di Berlusconi sul proprio simbolo. Nelle liste ci sono stati anche dei passi indietro, come quello che ha coinvolto la lista Stati Uniti d’Europa, che è stata presentata senza candidati democristiani “targati” Totò Cuffaro.
Infatti ci sarà la moglie di Mastella, che si presenta con il cognome del marito, ma hanno rinunciato alla candidatura, che sembrava certa nella circoscrizione Isole, l’ex sindaco di Agrigento Marco Zambuto, ex esponente del partito democratico a guida renziana e ora compagno della figlia di Totò Cuffaro, e Laura Abbadessa, avvocato e consulente dell’assessore alla Famiglia in Sicilia Nuccia Albano della Dc, moglie del magistrato Massimo Russo, assessore alla Sanità nel governo di Raffaele Lombardo.
Europa, tra i candidati anche Ilaria Salis e il generale Vannacci
Tra i candidati nelle liste europee ci sono anche personaggi noti per vicende giudiziarie, come Ilaria Salis, una maestra elementare di 39 anni detenuta da tredici mesi in Ungheria, perché accusata di aver aggredito due militanti neonazisti a Budapest nel 2023.
L’attivista e fondatrice di un centro sociale Ilaria Salis è stata schierata da Alleanza Verdi Sinistra come capolista nel settentrione, mentre il generale dell’esercito Roberto Vannacci corre per la Lega in tutte le circoscrizioni elettorali italiane.
La scelta particolare di candidare il discusso generale è stata fatta dal segretario della lega e ministro Matteo Salvini, ma il resto del partito non sembra per nulla entusiasta. Infatti la dichiarazione resa dal ministro dell’Economia e personalità importante della Lega, Giancarlo Giorgetti con le testuali parole “Non è della Lega”, testimoniano chiaramente i malumori del partito per la candidatura di Vannacci. Così anche per queste polemiche Roberto Vannacci ha deciso di rinunciare al “detto generale” sulla scheda elettorale.
Il PD nella circoscrizione Nordovest ha deciso di candidare Cecilia Strada, figlia di Gino, il famoso fondatore di Emergency, mentre la giornalista ed ex presidente della Rai Lucia Annunziata è la candidata capolista nelle regioni meridionali.
I paesi europei votano in giorni diversi, a cominciare dal 6 giugno e in Italia le date sono sabato 8 e domenica 9 giugno 2024. I cittadini italiani sono chiamati alle urne per eleggere 76 membri del Parlamento europeo, mentre nel 2024 nel complesso saranno eletti 720 eurodeputati.
Nel nostro paese ci sono cinque circoscrizioni elettorali europee, che comprendono più regioni. Le cinque circoscrizioni sono: Nord Occidentale, Nord Orientale, Centrale, Meridionale, Insulare.
A ogni circoscrizione elettorale è assegnato un numero di seggi in base alla popolazione residente. I partiti presentano le proprie liste per circoscrizione.
Novità delle Europee
La novità di queste elezioni è che per la prima volta gli studenti fuori sede potranno votare per le liste e i candidati della propria circoscrizione territoriale di origine, senza la necessità di rientrare obbligatoriamente nel comune di residenza, purché gli interessati presentino un’apposita domanda al Comune di residenza entro il 5 maggio.
Per queste elezioni del parlamento europeo tutti i paesi membri dell’Unione sono obbligati ad utilizzare un sistema elettorale proporzionale. In Italia fortunatamente per questo tipo di elezione c’è la possibilità di esprimere anche delle preferenze, con gli elettori che hanno la possibilità di indicare sulla scheda fino a tre nomi votando, però nel caso di due o di tre preferenze, candidati di sesso diverso.