Unesco: sì alla risoluzione su Gerusalemme


La Risoluzione “Palestina Occupata” adottata a larga maggioranza dall’Unesco con 22 voti a favore, 10 Paesi tra cui l’Italia contro, e 23 gli astenuti; nega la sovranità di Israele su una parte della città di Gerusalemme.

Prima di arrivare al voto di oggi facciamo un passo indietro ad ottobre 2016.

La controversa Risoluzione in questione, titolata “Palestina Occupata” è stata presentata da Algeria, Egitto, Libano, Marocco, Oman, Qatar e Sudan e approvata dal comitato esecutivo dell’Unesco (Organizzazione delle Nazioni unite per l’Educazione e la Cultura) in data 18 ottobre 2016. I membri dell’Unesco sono 58 e sulla questione votarono: 24 a favore (oltre a i presentatori anche Iran, Pakistan, Bangladesh, Russia, Cina, Brasile e Messico), 6 contro (Gran Bretagna, Germania, Olanda, Estonia, Lituania e Usa), 26 astenuti (tra cui, Italia, Francia, Spagna, Grecia, Svezia, Argentina, e Giappone) mentre 2 erano assenti.

L’oggetto della risoluzione era la questione dell’Haram al Sharif, la Spianata delle moschee di Gerusalemme, da dove – secondo la tradizione islamica – Maometto è asceso al cielo. La questione della terminologia è stata centrale. Nella risoluzione fu scelta la terminologia araba per indicare luoghi sacri anche agli ebrei e ai cristiani. Nello specifico quella di Al-Aqsa Moschea/Al-Haram Al-Sharif indicando il complesso della Spianata delle Moschee senza indicare la dizione ebraica di “Monte del Tempio”. O quella di Al-Burap Plaza, citando solo tra parentesi il nome inglese di “Western Wall” (Piazza del Muro Occidentale) dove sorge il Muro del Pianto (bastione superstite del Tempio) che gli ebrei chiamano “Kotel”.

Inoltre la Risoluzione deplorava le irruzioni da parte degli estremisti israeliani e dell’esercito nelle moschee di Al Aqsa e nell’Haram al Sharif. Chiedendo a Israele, “potenza occupante” a Gerusalemme Est, di adottare “misure per prevenire provocazioni”. Il documento non affrontava in alcun passaggio la questione se il Muro del Pianto fosse un luogo sacro per gli ebrei oppure no.  Ancora, l’Unesco notificava ad Israele: gli scavi fatti e le infrastrutture costruite dalle autorità israeliane nel complesso che riguarda anche la Spianata delle Moschee, il “crescendo di aggressioni e di misure illegali contro la libertà di preghiera di musulmani nei loro luoghi santi”; e di rispettare e accettare lo status quo, concordato tra lo Stato ebraico e la Giordania dopo la guerra del 1967. Accordo che tra l’altro, garantisce agli ebrei ed ai cristiani la possibilità di visitare la spianata ma non di pregare e riserva ai musulmani questo diritto.

La risoluzione era  stata denunciata da Israele e dalle comunità ebraiche (Italia compresa) perché ignorava i legami millenari tra ebrei e Gerusalemme.

Questo aveva  creato notevoli rumors come prevedibile, e ad ottobre i diplomatici italiani avevano scelto di non prendere posizione sul documento, definendo la terminologia “potenza occupante” riferita ad Israele come allucinante, e asserendo da parte dell’allora presidente del consiglio Matteo Renzi, che: “alle stesse condizioni l’Italia era pronta a cambiare la sua posizione da astenuta a contraria”, come oggi ha fatto.

Ciò nonostante, la Risoluzione denominata “Palestina Occupata” contente oggi una serie di modifiche rispetto al passato, è stata approvata.   Il testo afferma l’ importanza di Gerusalemme per le tre “religioni monoteiste” e non cita i luoghi santi come era accaduto ad ottobre. Prevede ancora che ogni decisione della “potenza occupante” israeliana su Gerusalemme sia priva di valore; questo metterebbe in dubbio la sovranità israeliana sull’intera città e non solo sulla sua parte orientale.

L’Unesco ha adottato a larga maggioranza la controversa risoluzione. Il testo è stato approvato da 22 Paesi (tra cui Russia, Cina), contro 22 tra cui l’Italia, Stati Uniti, Gran Bretagna, Grecia, Ucraina, Togo, Lituania, Paesi Bassi e Germania, e 23 astenuti tra cui Francia, Spagna e India.

Il Ministro degli Esteri Angelino Alfano ha avuto una conversazione telefonica con il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu e ha dichiarato: “avevo annunciato al primo ministro che la nostra decisione di votare contro la risoluzione dell’Unesco, altamente politicizzata su Gerusalemme, e avevo espresso l’auspicio che altri Paesi Ue andassero verso la stessa direzione”.

Il primo ministro israeliano ha ringraziato l’Italia per questa scelta che rappresenta un esempio per gli altri Paesi, congratulandosi per il ruolo guida che l’Italia ha cosi interpretato. Di contro, Israele definisce questa approvazione “vergognosa”.

foto: fonte web

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