La chiamavano gioventù bruciata. Ma sono veramente pochi coloro che oggi interloquiscono con i giovani. Sono veramente pochi coloro che ripongono loro le speranze per un mondo diverso. L’hanno denominata “Università bandita” ed è l’inchiesta della Polizia di Catania, su delega della Procura Distrettuale della Repubblica, per far luce sui concorsi che riguardano le carriere universitarie. Un’inchiesta che ha sconvolto tutta la nazione italiana. Ben nove professori dell’università etnea e il rettore Francesco Basile sono stati sospesi con un provvedimento di interdizione dai pubblici uffici emesso dal gip. Al momento i reati ipotizzati sono quelli di associazione a delinquere, corruzione e turbativa d’asta. Una notizia che ha turbato i molti che ancora oggi vedono nella legalità una speranza per il futuro. Attraverso piccoli gesti quotidiani ogni cittadino può dare un serio contributo per un mondo migliore. Un messaggio e un esempio che prima di tutto dovrebbe giungere dalle Istituzioni . La realtà, oggi, è tremendamente difficile da digerire. Il problema vero che pervade il nostro Paese è la sua mentalità “Piccolo Borghese”. Così l’avrebbero definita nei primi anni del Novecento. La cultura della raccomandazione e del favore al posto del diritto Perché in una terra così dannata molto spesso non va avanti chi merita davvero. Ma qual è l’esempio reale dato ai giovani? Quale speranza per il loro futuro? Quesiti che non hanno risposta. E intanto le prenotazioni per un posto lontano dalla Sicilia continuano a crescere. Così scialacquarono la fiducia dei giovani e le speranze di questa terra.