Vajont, 60 anni dopo


Il Vajont é uno di quegli avvenimenti che segna un prima e un dopo nella storia di un paese. Sessant’anni dopo le ferite sanguinano ancora. Paesi rasi al suolo, quasi 2000 vittime, di cui circa 450 bambini. Le nuove generazioni ne sanno poco, ma il Vajont é sulla pelle di tanti, dei sopravvissuti, dei familiari delle vittime, dei soccorritori.

La sera del 9 ottobre 1963 mentre si assisteva alla partita in TV Real-Glasgow, poco dopo le 22.00 venne a mancare la corrente elettrica e si alzó un forte vento; 260 milioni di metri cubi di roccia e fango si erano staccati dal monte Toc ed erano precipitati nel bacino sottostante. L’onda alta 250 metri che ne conseguí piombó sui paesi sottostanti che in soli 4 minuti furono spazzati via. Longarone, Codissago, Castellavazzo, Erto, Casso i comuni più colpiti, ma anche altri paesi furono vittime di quella sciagura.

Oggi, a distanza di 60 anni dal disastro del Vajont sarà intitolato ai soccorritori il viale su cui si affaccia Longarone Fiere. Inoltre in 130 teatri verrà rappresentato VajointS23. Un grande coro in contemporanea non solo per rendere omaggio alle vittime, ma come monito affinchè sciagure del genere non accadano mai più.

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(foto in copertina da Wikipedia – Opera propria di Di VENET01 – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=59675736)

 

 

 

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