Il governo giapponese ha annunciato lunedì che vieterà l’ingresso sul proprio territorio, per la durata del prossimo mese, a tutti i viaggiatori stranieri, a partire da questo martedì, nel tentativo di impedire che la variante omicron si diffonda a livello nazionale.
Le nuove restrizioni comprenderanno tutti i nuovi ingressi, e comprenderanno gli studenti stranieri in scambio culturale, i turisti ed i lavoratori di ogni categoria e comparto, provenienti da ogni paese del mondo.
Il divieto di ingresso non riguarderà i cittadini giapponesi o i residenti stranieri che tornano semplicemente nel paese, come riferito dal Primo Ministro Fumio Kishida, pur prevedendo che quelli di ritorno da paesi ritenuti “a rischio”, dove è stata segnalata la presenza della variante “della discordia” dovranno isolarsi in una struttura designata dal governo per un periodo che potrà variare dai tre ai dieci giorni.
“Si tratta di una misura preventiva, di stampo puramente emergenziale, messa in campo per evitare uno scenario peggiore“, ha detto Kishida ai giornalisti lunedì pomeriggio.
“La ricerca scientifica è indispensabile per determinare quanto sia contagiosa la variante omicron a livello globale, e se i vaccini sono ancora efficaci nel prevenire la trasmissione o i sintomi gravi“, ha concluso. “È fondamentale rispondere alla situazione in modo rapido e flessibile“.
L’ingresso in Giappone di viaggiatori provenienti dai nove paesi africani inseriti nella lista d’allarme dell’OMS era già stato vietato durante il fine settimana, a causa dei tanti allarmanti reports emersi la scorsa settimana sul nuovo ceppo del virus scoperto in Sudafrica, che gli esperti avvertono potrebbe essere più contagioso di tutte le precedenti iterazioni del COVID-19.
Un viaggiatore arrivato in Giappone dalla Namibia, uno dei nove paesi africani inclusi nelle misure iniziali, prima dell’entrata in vigore del divieto, è risultato positivo al COVID-19 mentre era in quarantena in una struttura governativa. L’individuo è stato esaminato per determinare se sia stato infettato dalla variante omicron dall’Istituto Nazionale di Malattie Infettive, ma il processo richiederà quattro o cinque giorni prima di poter restituire il resoconto.
“Il paese sta prendendo tempo“, ha affermato Koji Wada, professore di salute pubblica presso l’Università Internazionale della Salute e del Welfare di Tokyo, membro del gruppo di esperti chiamati in causa dal ministero della salute per formare la task force giapponese sul coronavirus. “Se la variante non è già arrivata in Giappone, lo farà presto, quindi la prossima sfida sarà quella del contenimento“.
È passato meno di un mese da quando il Giappone ha iniziato ad allentare le sue politiche di ingresso sul proprio territorio, grazie ad un crollo dei nuovi positivi. A partire dall’8 novembre, infatti, il governo aveva stabilito di allentare le misure di ingresso per viaggiatori e turisti, in vigore da circa un anno, a condizione di rispettare una quarantena di 14 giorni, che si abbassavano a 10 in caso di individui completamente vaccinati.
Le nuove misure di contenimento saranno previste anche per i soggetti provenienti da Israele, Regno Unito, Paesi Bassi e Italia, ai quali sarà richiesta la quarantena per sei giorni in una struttura designata dal governo e altri otto giorni in un luogo scelto. Quelli provenienti da Australia, Germania, Repubblica Ceca, Danimarca, Hong Kong, Francia, Canada e Ontario, Belgio e Austria saranno invece tenuti a rispettare l’obbligo quarantena per soli tre giorni in una struttura designata dal governo e altri sette in un luogo di propria scelta.
Stando a quanto riportato da fonti interne, il governo giapponese si sta già preparando ad una possibile sesta ondata, ed ha già pianificato misure per rafforzare la capacità degli ospedali, per aumentare il numero di test disponibili e per poter disporre di tutto il personale medico necessario.