Il virus avanza, l’Italia si arresta. Se qualche mese fa qualcuno avesse detto: “Sarete costretti a rimanere in casa, non potrete più uscire” nessuno gli avrebbe creduto. Una cosa così non poteva esistere neanche nel nostro immaginario.
E invece l’epidemia da Covid-19 esiste, avanza e falcia soprattutto i più deboli, semina paura, ferma una parte dell’Italia e ne muove un’altra senza sosta, quella dei sanitari, della protezione civile e di chi resta a disposizione della popolazione per prestare assistenza sempre e comunque con la paura di portare a casa un “ospite sgradito”.
Intanto chi si è rintanato a casa vive la prima settimana come se si trattasse di una vacanza. La seconda settimana è però già più dura. Le quattro mura iniziano ad apparire strette e la prospettiva di isolamento appare sempre più lunga.
Strette le pareti e lungo l’isolamento
Strette le pareti e lungo l’isolamento. Bisogna necessariamente inventarsi qualcosa. E allora nascono i flash mob: “cannel e cannelott” (recitava Totò nella Livella), striscioni con arcobaleni, ma anche voci e strumenti dai balconi. Un grido di paura, un’occasione per ritrovarsi, seppur ciascuno dal proprio balcone.
Hit Parade delle canzoni dai balconi
E se l’outfit Primavera-Estate 2020 è quello di tute e pigiami, ecco spuntare anche la Hit Parade delle canzoni cantate ai balconi. Al primo posto, orgoglio italiano, c’è Mameli con il suo (con il nostro) Inno.
Al secondo posto (e mentre lo scrivo penso di pronunciarlo con il tono di Super X, il dj degli anni 80 di Superclassifica Show) si classifica “Azzurro” di Adriano Celentano, seguito da “L’Italiano” di Toto Cotugno, “Il cielo è sempre più blu” di Rino Gaetano; “Fai rumore” di Diodato, “Credo negli esseri umani” di Marco Mengoni, “Napul’è” di Pino Daniele (soprattutto in Campania), “La cura” di Franco Battiato, “Sogna, ragazzo sogna” di Roberto Vecchioni e “Meraviglioso” di Domenico Modugno nella versione cantata dai Negramaro.
Quando la tempesta sarà finita…
Anche oggi ci saranno flash mob, anche oggi arriveranno sui cellulari foto di amici e parenti che giocano a tennis in casa, che si improvvisano panettieri, che vi diranno che #andràtuttobene
#Andràtutto bene, lo diciamo anche noi, ma una cosa è certa: “Quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c’è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi è entrato” (Haruki Murakami da Kafka sulla spiaggia)