Willy il Coyote e Beep Beep, niente dinamite per una volta.
Nessuna miccia accesa, solo 70 candeline da spegnere insieme. Per una volta Willy il Coyote e Beep Beep arrestano la loro corsa e, fianco a fianco, in perfetta armonia, soffiano su 70 candeline.
Dal 16 settembre del 1949, quando la matita di Chuck Jones ne diede origine, l’astuto (ma non troppo) coyote non è mai riuscito ad acciuffare il velocissimo pennuto.
La storia è semplice ed è sempre la stessa. Willy escogita sistemi di cattura che vanno oltre ogni immaginazione.Fa calcoli ingegneristici pur di riuscire a catturare Beep Beep. Dinamite, catapulte, massi, ma il più delle volte è egli stesso che resta vittima delle sue invenzioni.
E nonostante sia Williy ad essere il cacciatore e Beep Beep la povera preda, lo spettatore si ritrova a fare il tifo per il coyote che impietosisce con le sue sventure.
La caccia avviene nelle gole della Monument Valley ed è l’ACME Inc., azienda fittizia ideata dallo stesso Chuck Jones, a fornire a Willy il materiale per catturare all’inarrivabile pennuto.
Irresistibili i cartelli con cui si esprime Willy!
Due curiosità
Tutti credono che Beep Beep sia uno struzzo. In realtà si tratta di un nandù, un uccello dei deserti americani che appartiene alla famiglia dei cuculidi, comunemente chiamato Roadrunner (corridore della strada).
Nella sua autobiografia Chuck Jones attribuisce la sua vena artistica agli insuccessi professionali di suo padre il quale acquistava materiale di cancelleria e matite sulle quali faceva incidere il nome delle società che lanciava e che puntualmente fallivano.
Gli articoli di cancelleria e soprattutto le matite, dopo il fallimento, venivano distribuite ai figli ai quali veniva imposto di consumare quanto prima quel materiale, simbolo di un ennesimo fallimento.
Armati di una scorta infinita di carta e matite,Chuck Jones e i suoi fratelli disegnavano costantemente. Ed è per questo, secondo Jones, che lui e molti dei suoi fratelli hanno poi intrapreso carriere artistiche.