A TRECENTOSESSANTA. IL GIOVANE ATTACCANTE FLORIDIANO SALVATORE CORRENTI SI RACCONTA SENZA MASCHERE DENTRO E FUORI DAL CAMPO.
-Sei un personaggio molto conosciuto nel comprensorio siracusano. Ma chi è Salvatore Correnti fuori dal campo? Posso dirti sicuramente che sono un ragazzo molto solare,disponibile, ma soprattutto divertente. Cerco sempre di sdrammatizzare.
-Da dove nasce il tuo soprannome “Borriello”? ll mio soprannome nasce da un amico che scherzando, durante un sabato sera, mi chiamò così perché ho sempre giocato a calcio e amavo una vita tra discoteche e divertimento.
-In quattro aggettivi, i tuoi vizi e le tue virtù? Sono premuroso, geloso, allegro ma soprattutto sincero.
-Che rapporto avevi con la scuola? Quali materie ti piacevano? Con la scuola non avevo un bel rapporto, infatti quando mia mamma andava a parlare con le maestre tornava sempre con le mani sui capelli. Ero un mese si e un mese no espulso dalla scuola e la mia materia preferita era l’educazione fisica. Tuttavia se avessi la possibilità di tornare indietro prenderei scelte differenti.
-A che età ti sei avvicinato al calcio? Ho imparato prima a giocare a calcio e poi a camminare. All’età di 7 anni con gli amici del quartiere, giocavamo senza sosta e mia mamma si sgolava per farmi rientrare. Ritornavo a casa pieno di dolori e tagli ma io ero contentissimo. Poi ho deciso di iniziare con la scuola calcio alla Pantanelli.
-Che lavoro svolgi? Ti piace? Lavoro nell’azienda di famiglia da cinque anni. Non è un lavoro che mi fa impazzire però ce la metto tutta come sempre per arrivare a casa soddisfatto.
-Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Mi piacerebbe valorizzare sempre più l’azienda di mio padre, costruire una bella famiglia e giocare a calcio fino a quando posso. Terminato ciò vorrei prendere l’abilitazione per allenare.
-Hai le idee chiare. Sei fidanzato? Attualmente non sono fidanzato ma sto frequentando una bella ragazza. Non so come andrà a finire, incrociamo le dita.
-Buona fortuna allora. Come pensi che un ragazzo debba conquistare una ragazza? Dolcezza e gentilezza prima di tutto. Bisogna dimostrare un interesse reale verso la persona che ci interessa. Io la penso così.
-Parliamo di stile, sei un tipo più da jeans e camicia o da tuta? Sono un tipo che veste con pantaloni e camicia, amo l’eleganza.
-Torniamo al calcio, cosa ricordi dei tuo anni nel settore giovanile? Ho bei ricordi con la Pantanelli. Io ero piccolino ma già si vedeva il modo di lavorare eccezionale che avevano. Il calcio mi ha lasciato tante amicizie, ricordo che con me giocava Tino Parisi, oggi un professionista. Era fortissimo.
-Quali allenatori hanno segnato di più il tuo modo di essere? Mister Tito Mangiafico e mister Seby De Simone, con cui ho legato molto. Un’altra persona che vorrei citare è Giovanni Quartarone che mi portò a giocare a Roma per 2 anni.
-Hai avuto un trascorso nelle giovanili di una formazione che militava in Serie D. Cosa ci racconti di quella esperienza? La società si chiamava Marino ed è stata un’esperienza incredibile, che mi ha segnato molto. Sono andato fuori casa da piccolo per giocare a calcio e all’inizio era tutto brutto perché sentivo la mancanza dei miei genitori e dei miei amici ma poi è stato tutto bellissimo. Vivevo con altri giovani che venivano da tutta Italia, mi sono integrato subito al gruppo e ho stretto tantissime amicizie. Posso dirti che eravamo in serie D ma sembrava di stare almeno due categorie su. Vivevamo come dei veri professionisti, non ci mancava nulla. Dopo cinque anni questa società fallì per tanti problemi finanziari e ritornai a giocare in Sicilia, con l’Enna, in Eccellenza. Purtroppo capii che nel calcio non basta essere bravi ma c’è tanto altro, molte cose mi segnarono e quindi smisi di sognare.
-Hai dei rimpianti? Il mio rimpianto più grande è quello di non aver sfruttato tutte le mie potenzialità. Da bambini si pensa solo al divertimento, invece di concentrarsi sul futuro. Il treno passa una volta soltanto ed io l’ho perso.
– Cosa ti hanno lasciato le stagioni in cui hai giocato con il Floridia Calcio? Un ricordo bellissimo, abbiamo raggiunto per tre anni i play-off di Prima Categoria con dei gruppi che potevano giocare anche in campionati maggiori. Indossare la dieci del mio paese era sempre bellissimo, una grande responsabilità per uno come me che ama la sua città.
-Quale maglia ti piacerebbe indossare adesso? Non c’è una maglia in particolare. A me interessano i progetti. Vedremo a luglio.
-Due stagioni fa sei stato fondamentale per il San Paolo 2017, con cui hai vinto un campionato. Cosa ricordi di quell’avventura? Annata incredibile, con tante soddisfazioni personali e collettive. Segnai tredici goal quella stagione e fui capocannoniere. Ci divertivamo tanto negli allenamenti, c’era un bel gruppo e avevamo alle spalle una tifoseria incredibile.
-Ci sono dei compagni di squadra di cui non potresti fare a meno? Salvo Pollicita, Roberto Gozzo, Salvo Midolo, Dennis Napolitano e Alessandro Lecini sono diventati un pezzo di cuore per me. Sono molto affezionato.
-Con chi ti piacerebbe fare coppia di attacco? Alfonso Sollano e Dennis Napolitano, indubbiamente.
-Quest’anno sei partito con il Climiti San Paolo, in Promozione. Un brutto infortunio però ti ha condizionato. Hai mai pensato di mollare il calcio? Dopo l’assist del vantaggio, in Climiti-Siracusa, ebbi problemi al ginocchio. Fu un momento bruttissimo ma con grande sacrificio sono riuscito a rialzarmi dopo mesi. Sinceramente non ho mai pensato di mollare il calcio, sono stato sottoposto solamente ad una delle tante battaglie a cui la vita ti mette di fronte.
-A dicembre sei arrivato allo Sporting San Paolo 2019. Che rapporto hai con Seby De Simone? Un rapporto eccezionale, allo Sporting San Paolo e a Solarino in generale mi sento a casa.
-Torniamo un po’ a conoscere te. Qual è la tua bevanda alcolica preferita? Credi nel colpo di fulmine? Domande molto belle direi. Diciamo che non ho preferenze. Non credo nel colpo di fulmine. E tu?
– Se vuoi scambiamo i nostri ruoli !? Io credo nel colpo di fulmine. Hai mai letto un libro? Veramente non sono portato a leggere i libri. Forse molto tempo fa, non ricordo nemmeno il titolo.
-Qual è la tua trasmissione preferita? Pensi di essere un buon amico? La mia trasmissione preferita è “Amici”. Mi crederesti se ti rispondessi Superquark”? Penso di essere un buon amico, sincero ma soprattutto disponibile.
– Ti interessi di politica? Sinceramente non sono molto appassionato.
-Tempo al tempo. Dimmi qualcosa di strano. Hai mai assaggiato le crocchette dei cani? Sinceramente non ci ho mai pensato, quindi no.
– Volevo chiederti adesso, ti piacerebbe tornare a vestire un giorno la maglia della tua città? Si, mi piacerebbe, anche a fine carriera. Vorrei dare un contributo importante allo sport del mio paese. Mai dire mai.
-C’è qualcosa che elimineresti dalla tua
vita? Assolutamente no, son orgoglioso della mia vita ma soprattutto soddisfatto.
-Qual è il tuo sogno? Il mio sogno sarebbe quello di andare a vivere in Brasile con la mia famiglia, nella città dei miei sogni.
-Passiamo al futuro. Aspetti qualche richiesta per la prossima stagione o rimarrai a Solarino? Sinceramente non aspetto nessuna richiesta in particolare. Potrei anche rimanere a Solarino.
– Come immagini un Salvatore Correnti anziano? Con tanta esperienza, sempre al top, vestito elegante e in forma.
-Ti faccio l’ultima domanda. Questo periodo difficile delle nostre vite cosa sta insegnando a tutti noi? La situazione di oggi è molto triste in tutto il mondo, ci sono tanti problemi economici perché tante persone non vanno a lavorare. Dovremmo in primis ringraziare tutte le persone che lavorano negli ospedali. Ma il messaggio più importante è legato al bisogno di restare tutti uniti, come stiamo facendo in questo periodo, perché nella vita di oggi come ben sappiamo c’è molta cattiveria.