Champions League il Napoli fa festa a Berlino. Di Gianfranco Piccirillo
UnionBerlinoNapoli0a1i Il cielo è piovoso sopra Berlino e la gara ne risente, come per la tensione per la classifica nel girone di entrambe le squadre, in lotta assieme al Braga per la qualificazione con la piazza d’onore dietro al Real Madrid. Garcia schiera la stessa formazione di Verona, ma la squadra nel primo tempo non riesce mai ad impegnare il portiere avversario Ronnow, risentendo soprattutto della prestazione opaca di Cajuste a centrocampo. La squadra di Bonucci, che il tecnico traballante Fisher non schiera nella formazione iniziale, produce un poco di più con un paio d’occasioni e un gol annullato poi dal var per il fuorigioco di partenza di Fofana, che assieme a Becker mette talvolta in difficoltà la difesa del Napoli. Meret compie comunque una sola parata in un primo tempo, che si fa apprezzare piuttosto per il gran tifo dei sostenitori tedeschi, in uno stadio maestoso, nel quale comunque i napoletani erano presenti in diverse migliaia. Nella ripresa Garcia prova a ottenere più qualità con l’ingresso di Elmas al posto di Cajuste, ma la gara continua ad essere brutta, costellata di falli e con pochissime azioni pericolose da una parte e dall’altra.
I tedeschi la mettono sul piano fisico, ma collezionano più cartellini gialli che occasioni, mentre il Napoli sembra accontentarsi di giochicchiare a centrocampo senza affondare i colpi, nonostante la superiorità tecnica. Garcia ha visto giusto nel preferire Raspadori a Simeone, perché il nazionale italiano mette dentro praticamente l’unico tiro in porta della partita dei partenopei, ma i meriti vanno divisi con Kvaratskheila, abile a liberarsi per l’assist, ma anche con Rui e Rrahmani, che hanno avviato l’azione. Gosens e Khedira sono vecchie conoscenze del campionato italiano e cercano di mettere in difficoltà le giocate degli azzurri, ma non sembrano più avere lo smalto di una volta. Nell’ultimo quarto di gara entrano Olivera e Simeone per Rui e il match winner, contemporaneamente ai tre cambi di Fischer, che toglie Khedira, ma anche Fofana, non sbilanciando stranamente la squadra troppo in senso offensivo. Ma la squadra tedesca che ha una storia solo molto recente nella massima serie tedesca e che sta attraversando un grave periodo di crisi con otto sconfitte consecutive tra campionato e Champions, non riesce a migliorare il suo gioco, calando anzi sensibilmente nell’intensità con addirittura un minore possesso palla, comunque già in precedenza inferiore al Napoli.
La squadra di Garcia non esprime certamente il meglio delle sue possibilità però almeno non commette grossi errori, anche se rischia di subire il pareggio con un paio di inserimenti dei centrali difensivi che di testa sfiorano la porta di Meret soprattutto in un’occasione di un calcio piazzato. Nella fase finale entra Lindstrom al posto di Politano, autore di una discreta prestazione anche senza concludere in porta, così come Kvaratskheila, autore dell’assist decisivo e di un paio di spunti interessanti, nonostante una marcatura asfissiante dei tedeschi, pure esce a beneficio di Ostigard. Nel recupero i tedeschi provano il forcing finale per cercare il pareggio, ma hanno poche energie per tentare di colpire i campioni d’Italia, che come a Braga conquistano una vittoria importante senza brillare.
Del resto in una serata uggiosa come quella di Berlino l’unica cosa che contava era confermare lo stellone azzurro come quello della finale dei Mondiali del 2006 vinta dall’Italia ai rigori contro la Francia, nazione di Garcia, che non fece festa diciassette anni fa, ma adesso può essere felice per aver rafforzato la sua panchina e ottenuto tre punti importanti per la qualificazione nel girone.