Coman, il cuoco di casa che ha deciso la Champions da avversario


<em>Coman – L’ultimo atto della stagione – la finale di Champions League – ha portato la firma di un uomo forse inatteso, Kingsley “King” Coman che segna di testa, non esattamente la specialità della casa.

Coman, il cuoco di casa

Coman è cresciuto giusto nel PSG e condivideva l’appartamento con Presnel Kimpembe. L’ex Juventus cucinava, e Kimpembe puliva. Tutta via l’esperienza coi transalpini è stata solo un passaggio.

Una finale l’aveva già giocata nel 2015 con la maglia bianconera come “mossa della disperazione” contro il Barcellona. Poi,   la cessione al Bayern. Il ragazzo era talentuoso ma ancora forse acerbo ai tempi della Serie A.

L’anno seguente in Bayern-Juventus, ritorno degli ottavi di Champions, entrò al 60′ e mise al tappeto la compagine allenata da Allegri. Comunque, tra Ligue 1, Serie A e Bundesliga, Kingsley vince scudetti da 8 anni di fila.

PSG-Bayern, l’incubo dei brasiliani

La finale di ieri sera ha rappresentato non la rivincita, non il riscatto, ma un altro incubo per Neymar e Thiago Silva, che quel famoso Brasile-Germania 1-7 – con in campo Neuer, Muller e Boateng – non hanno potuto giocarlo, il primo per infortunio ed il secondo per squalifica.

E del resto, accanto al commissario tecnico Low in quella cavalcata chi c’era? Lui,  Hans-Dieter Flick, l’eterno secondo della panchina che prima di essere richiamato nel Bayern – con cui da giocatore aveva vinto 4 campionati e due coppe – ha avuto una carriera federale.

Hansi  ha fatto da subentrato meglio di ciò che avevano fatto al Chelsea Avraham Grant ed anche Roberto Di Matteo. Un Bayern opaco è divenuto una macchina infernale, e bastava guardarlo in campionato per capire – anche per l’ottima gestione sia del post-lockdown, sia della conclusione anticipata rispetto agli altri campionati – che i bavaresi avrebbero portato a casa il massimo torneo continentale.

Il manifesto del Bayern che vince 25 partite sulle ultime 26 è la gara col Barcellona. I blaugrana saranno da rifondare, ma squadre francesi a parte, l’Europa si reggeva in piedi mentre il Bayern volava.


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