La Dea elimina il Napoli, il pensiero post gara


La Dea elimina il Napoli, il pensiero post gara

La Dea di Bergamo sfidera’ la vecchia signora nella finale di Coppa Italia. Atalanta-Napoli 3-1, azzurri ko

Il Napoli delude nettamente nel primo tempo, concedendo due reti agli orobici dopo che Insigne aveva provato a tirare in porta senza centrarla in un paio di circostanze. Non ha convinto la scelta di Gattuso di lasciare fuori Demme in un centrocampo che ha sofferto il dinamismo e la forza fisica dell’Atalanta con Elmas e Zielinski decisamente sotto tono e se a questo aggiungiamo le gravi assenze in difesa di Koulibaly e Manolas si capisce come Zapata, Pessina e Muriel questa volta siano riusciti a far male. Il primo gol dell’ex attaccante del Napoli probabilmente con il senegalese in campo non sarebbe stato realizzato, considerando lo spazio che Maxsimovic e Rrahmani gli hanno concesso prima del tiro da fuori, che ha sorpreso Ospina. Anche nel raddoppio di Pessina la difesa ha concesso all’attacco dell’Atalanta di affettare come una lama nel burro e di battere ancora l’incolpevole Ospina, che fortunatamente è stato poi graziato da Muriel. Per il Napoli solo Insigne prova a tirare con Andrew Osimhen e il Chucky Lozano che non riescono ad incidere perché non adeguatamente assistiti dal centrocampo. Gattuso capisce che deve cambiare registro e, dopo essere stato costretto ad inserire Rui per l’infortunio di Hjsay già alla fine del primo tempo, fa subentrare prima Politano per il deludente Elmas e poi cambia modulo, spostando Insigne trequartista a sostegno di Osimhen. La squadra trova finalmente vitalità e il bel gol del Chucky dopo un suo inserimento in area con doppia conclusione, che riapre la gara e il discorso qualificazione grazie soprattutto all’incisivita’ di Politano e ad un poco di sano agonismo, troppo poco comunque.

La partita ora è molto più vivace con l’Atalanta, che sfiora il terzo gol in un paio di circostanze con il colpo di testa di Zapata e tiri di Pessina che impegnano Ospina. Gattuso finalmente capisce che non può più privarsi delle capacità tecniche e di incontrista di Demme e lo fa entrare assieme a Lobotka per Zielinski e Bakayoko, mentre Gasperini si gioca la carta Ilicic per un Muriel che rimane a bocca asciutta. E proprio Demme fornisce ad Osimhen la palla del pari, che avrebbe potuto regalare un’altra finale contro la Juve, ma la bravura di Gollini e la mancanza di tempismo sotto porta del nigeriano impediscono il sogno di Gattuso, che anzi è costretto a vedere ancora la difesa della sua squadra infilata dalle felici sponde di Zapata per lo scatenato centrocampista avanzato Pessina, il quale entra in piena area e realizza il terzo gol, praticamente chiudendo il discorso della vittoria e della qualificazione. L’ultima carta è ancora una volta quella della disperazione con Petagna che rileva un Osimhen più tonico, ma ancora lontano da quello visto nelle prime giornate, mentre Gasperini dimostra che quando occorre la sua squadra sa ricorrere anche ai mezzucci tipici delle provinciali per le perdite di tempo. Insomma non è stato un bel Napoli, ma se non altro almeno nella ripresa ha provato a lottare per cercare il pareggio con gol, che gli avrebbe garantito la finale. Lozano ha provato con un’azione personale a segnare ancora, ma Gollini para come anche sulla conclusione precedente da fuori di Mario Rui, mentre il capitano nel finale scompare dal gioco, perdendo nettamente il confronto con Pessina e provando solo nel recupero a segnare dopo però un evidente tocco di braccio. l’Atalanta dunque merita la finale di coppa Italia, dimostrando nelle due gare di giocare meglio del Napoli, creando parecchie occasioni da rete e sbagliando meno del Napoli in difesa, ma dimostrando soprattutto sul piano caratteriale e sulle corsie esterne di essere in grado di poter vincere non solo le gare, ma anche le competizioni in cui è impegnata. Per Gattuso ora sarà notte fonda se non riuscirà a riscattarsi sabato contro la Juventus, anche perché avanzano minacciosamente le ombre dei tanti tecnici già contattati dal presidente, che comunque ha dichiarato di considerare come obiettivo stagionale solamente la qualificazione in Champions League.

Di Gianfranco Piccirillo

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