Il Napoli di Conte si prende la rivincita contro il Verona di Zanetti. Il racconto post gara di Gianfranco Piccirillo:
Dopo le discussioni sulla cessione di Kvaratskhelia al PSG, che hanno caratterizzato l’ultima conferenza di Conte, l’ex allenatore della nazionale sceglie nuovamente Spinazzola, ma stavolta lo inserisce come esterno basso sinistro al posto dell’infortunato Olivera, anche per il recupero di Politano in fase offensiva. A rovinare i piani difensivi del Verona di Zanetti, che all’andata aveva travolto la squadra di Conte, c’è il gol subitaneo di capitan Di Lorenzo dopo una triangolazione con Lukaku, il cui tiro a giro dal limite colpisce il palo interno e poi rimbalza sulla schiena di Montipò, finendo in rete. Quelli che immaginano una goleada restano delusi perché, nonostante le tante occasioni create dal Napoli per segnare ancora, il Verona rischia di restare in partita fino alla fine, evitando comunque l’imbarcata. Eppure Anguissa, Lukaku e Mc Tominay mancano il raddoppio per un soffio e soprattutto il tiro del nazionale belga è molto bello perché rappresenta uno schema su un tiro piazzato, ma anche lo scozzese avrebbe potuto raddoppiare in due circostanze.
Il Verona però è pungente nelle ripartenze con la coppia d’attacco Tengstedt e Sarr, che crea un paio di serie preoccupazioni a Meret, con la palla che in un caso sfiora la porta a fil di traversa. Nella ripresa il copione della gara non cambia, con il Napoli, che vorrebbe raddoppiare subito per non avere problemi nel finale di gara, ma Montipo’ se la cava su Neres, che a sprazzi mette in evidenza le sue qualità di tecnica e velocità e su Rrahmani che in un paio di circostanze di testa trova il modo di rendersi molto pericoloso. Anche Spinazzola conferma quanto di buono aveva fatto vedere nella gara di Firenze, giocando in modo piuttosto convincente e così finalmente arriva il raddoppio con la bella conclusione dal limite di Anguissa, che dedica il gol al piccolo tifoso Daniele, recentemente scomparso, mostrando la consueta fasciatura al polso. Lukaku ancora una volta ha avuto il merito di avviare l’azione vincente, ma il fatto significativo è il record personale della quarta segnatura del nazionale camerunense. Zanetti prova a cambiare qualcosa, inserendo Livramento e Bradaric al posto di Sarr e Lazovic, e poi anche Castanos e Daniluc in un finale, nel quale Conte inserisce invece Raspadori, Simeone e Ngonge al posto di Mc Tominay, Politano e Lukaku.
Il pubblico numeroso del San Paolo Maradona se il Napoli continuerà a vincere si dimenticherà facilmente del nazionale georgiano, che qualcuno piuttosto inopportunamente osava chiamare Kvaradona, ma in caso contrario ci sarebbero comunque polemiche, seppure a scoppio ritardato. Durante la parte finale della gara appunto, sia sugli spalti, che davanti ai monitor si parla più del mercato di gennaio che dell’ingresso di Mazzocchi e poi di Zerbin per Spinazzola e Neres, piuttosto che delle parate di Meret su Castanos e Livramento o del tiro di Ngonge, che sfiora l’incrocio dei pali. Sarà molto più difficile ovviamente per il Napoli affrontare l’Atalanta di Gasperini sabato sera prossimo a Bergamo o anche la Juventus e la Roma successivamente, ma se non altro la batosta del Bentegodi della prima giornata è stata riscattata, seppure non con lo stesso punteggio. Da ultimo c’è la soddisfazione di ascoltare l’adattamento della canzone di Toto Cutugno, “l’italiano” alla bella espressione campanilistica coniata dai responsabili della tifoseria organizzata dello Stabia. Il cantante a distanza di anni conferma la popolarità dei suoi testi e l’affetto del pubblico di cui gode ancora dopo la scomparsa.
