Ševčenko ai quarti – Con la Svezia finisce 2 a 1


Andrij Ševčenko e la sua Ucraina, con un piede è mezzo fuori, riescono nell’impresa: raggiungere i quarti di finale. Arrivati come l’ultima fra le migliori terze, il destino dell’Ucraina sembrava segnato. Eppure Andrij Ševčenko è riuscito a superare gironi e ottavi di finale. E l’ha fatto con Dovbyk, convocato praticamente all’ultimo momento fra lo scetticismo generale. Subentrato solo al 105′ minuto, all’inizio del secondo tempo supplementare.

Una partita non molto attiva nel primo tempo, più pimpante nel secondo. Ma, per assurdo, i primi due gol arrivano nel primo tempo. Ed è l’Ucraina a seganrlo, al 27′. Cambio di gioco magistrale di Shaparenko, Yarmolenko stoppa, si accentra dalla destra e mette in mezzo per Zinchenko. Il cencrocampista del Manchester City si infila nella difesa svedese e tira di prima intenzione e batte Olsen.

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A fine del primo tempo, con un po’ di fortuna, pareggia la Svezia. Scambio fra Kulusevski e Isak. Quest’ultimo appoggia per l’accorrente Forsberg che scaglia un sinistro potente da fuori area che, complice una deviazione, batte Bushchan.

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Nel secondo ci sono una serie di azioni da gol in pochi minuti, tre di preciso dal 67′ al 60′. Un palo di Sydorchuck, un altro di Folsberg, seguito da un cross pericoloso nell’area ucraina ben sventato dalla difesa. Poi, complice il caldo e la stanchezza, i ritmi si abbassano sensibilmente. Il secondo tempo, di fatto, si chiude al 70′ quando lo scatenato Forsberg semina il panico in area ma colpisce la traversa.

Si va ai supplementari, anche qui con solo due eventi determinati. L’espulsione di Danielson (inizialmente ammonito da Orsato per un fallo su Besedin, poi corretto dal VAR) al 99′  e il gol partita di Dovbyk al 120′. Cross perfetto dalla sinistra di Zinchenko e il già citato Dovbyk trova l’incornata vincente a pochi passi dal portiere.

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Così Sabato ventisette a Roma l’Ucraina si giocherà la semifinale contro l’Inghilterra (vincente sulla Germania per due a zero). E se la partita fra Francia e Svizzera ha insegnato qualcosa, è che nel calcio niente è scontato.


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