Il Diavolo gioca a poker al Maradona


Il Milan vince al Maradona. Di Gianfranco Piccirillo

#NapoliMilan0a4 Inizia male per il Napoli la prima gara della storica triade contro il Milan, che già ai tempi di Maradona, era la vera avversaria degli azzurri, perché la squadra era forte, organizzata e potente perfino più della Juventus.

Anche a quei tempi dopo la sosta la squadra partenopea giocava sempre al di sotto delle sue possibilità e in questa occasione l’assenza di Osimhen si è avvertita davvero tanto, mentre la compagine campione d’Italia in carica, allenata da Pioli, ha giocato una grande partita, meritando di chiudere il primo tempo con il doppio vantaggio. Spalletti ha avuto il torto di concedere troppo spazio ai due elementi che hanno fatto di gran lunga la differenza, Diaz e Leao, che hanno tagliato la difesa del Napoli, come mai successo in precedenza per quanto riguarda il punteggio addirittura dai tempi di Ancelotti, e il tecnico del Napoli non è riuscito a fare liberare Lobotka dalla marcatura asfissiante di Bennacer, che ha impedito alla squadra di partenopea di sviluppare il solito gioco offensivo. Il povero Cholito ha avuto pochi palloni giocabili per concludere a rete, anche perché Zielinsky e Anguissa non hanno compensato adeguatamente le difficoltà di Lobotka, mentre il centrocampo del Milan ha avuto decisamente la meglio anche per l’intensità mostrata da Tonali, che in nazionale invece aveva deluso. Il gol del portoghese Leao è stato splendido sia per l’assist di Diaz che la conclusione a scavalcare Meret, il quale ha mostrato di gradire molto meno di Osimhen la mascherina medica sul volto. Anche il raddoppio di Diaz è stato pregevole, per il modo con il quale lo spagnolo si è liberato di Rui, prima di concludere in rete.

Il Napoli prova ad impegnare il portiere francese Maignan con Zielinsky nel primo tempo e poi con Rui, Lobotka e Politano nella ripresa, ma Giroud ha una buona occasione per siglare il terzo gol, che comunque arriva proprio nel periodo, nel quale la squadra di Spalletti sembrava riprendere la matassa di una gara, nata male nei giorni precedenti con l’infortunio di Osimhen e finita con una goleada rossonera, che quasi nessuno si sarebbe aspettato. Infatti non solo arriva il terzo gol ancora con un indemoniato Leao, ma addirittura il quarto con Saelemaekers, che prende il posto di Diaz, ma non lo fa rimpiangere assolutamente, come dimostra l’azione del quarto gol e anche un’altra successiva, nella quale poteva segnare ancora. Spalletti inserisce Elmas, Ndombele e Lozano, per Zielinsky, Lobotka e Politano, tutti abbondantemente al di sotto delle loro abituali prestazioni, per merito del Milan, ma forse anche per la stanchezza delle gare con le nazionali e nel finale entrano pure Raspadori e Jesus al posto degli altrettanto deludenti Simeone e Kim Minjae. Ma a parte qualche spunto di Lozano e un’occasione di Raspadori, che non cede la palla del gol della bandiera a Kvaratskhelia è sempre il Milan ad essere più pericoloso, creando in un paio di circostanze i presupposti addirittura per la quinta segnatura. Insomma il Milan ha vinto nettamente e con pieno merito, a dispetto di un Napoli imballato dai fusi orari, orfano del capocannoniere del campionato e forse mascherato da Spalletti, che ora in Champions può, a giusta ragione, affermare di non essere il favorito nel derby italiano per il passaggio alle semifinali di Champions League.

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