Il Napoli batte anche la Roma


Il Napoli batte la Roma di Claudio Ranieri allo Stadio “Maradona”. Il racconto post gara di Gianfranco Piccirillo.

L’inedito di Pino Daniele nel suo ricordo come quello di Maradona, scomparso il 25 novembre 2020, avrebbe meritato uno spettacolo in campo un poco più elevato. Invece addirittura nel primo tempo i portieri sono stati quasi spettatori non paganti, nel tutto esaurito del San Paolo Maradona, perché le due squadre non sono riuscite ad imbastire azioni decenti dal punto di vista offensivo. Certamente il Napoli ha avuto un maggiore possesso palla, ma oltre un colpo di testa sbagliato da Kvaratskhelia, proprio all’inizio, molto simile a quello di Piscopo nel finale della gara di ieri tra Stabia e Brescia, la squadra di Conte ha fatto troppo poco, per meritare il vantaggio contro una Roma apparsa comunque in evidente difficoltà. Il nuovo tecnico Ranieri è arrivato al capezzale di questa squadra malata in tutti i reparti e la sua cura iniziale è stata quella di irrobustire il centrocampo, chiedendo tanto sacrificio soprattutto agli esterni.

Addirittura il faraone Stephan El Shaarawy ha fatto il terzino, chiudendo non solo su Olivera, ma anche sullo stesso Kvaratskhelia in un paio di circostanze importanti, e se Politano almeno ha provato a tirare nella porta di Svilar, dalle parti di Meret somo arrivate solo una telefonata di Pisilli e un paio di incursioni dei centrocampisti senza particolare pericolo. Nella ripresa Ranieri cambia modulo, inserendo Baldanzi e Hummels al posto del deludente Pellegrini e dello stesso El Shaarawy, bravo a difendere, ma nullo in fase offensiva. Nel Napoli si vedono poco Mc Tominay e il rientrante Lobotka, mentre si erge a signore del centrocampo Anguissa, e Lukaku si muove molto sul fronte offensivo, finalmente più lucido nelle soluzioni a rete, non tanto coi colpi di testa, come quello ad inizia ripresa, che non ha sfiorato neppure la porta, ma nell’occasione della deviazione vincente sul cross di capitan Di Lorenzo.

Il vantaggio del Napoli appare meritato più per la pochezza della Roma, che per meriti specifici, ma l’azione di Di Lorenzo che ha favorito il tocco sotto misura di Lukaku, è stata molto incisiva, lasciando però intravedere qualche responsabilità del portiere Svilar e del neo entrato Hummels per il mancato intervento sul nazionale belga del Napoli, che ha realizzato il più classico dei gol dell’ex, senza esultare anche per il dolore sentito nel contrasto col portiere giallorosso. La Roma però si sveglia poco prima dell’ingresso di Neres per Kvaratskhelia, cogliendo una clamorosa traversa con il centravanti Dovbyk sugli sviluppi di un calcio piazzato. L’attaccante ucraino della squadra di Ranieri ha sorpreso di testa o difensori centrali del Napoli, che per il resto hanno fatto la solita attenta partita, ma Meret è stato salvato dal legno sopra la sua testa. Ranieri prova a fare entrare i nuovi esterni Saud e Dahl e Conte fa respirare Lukaku per il Cholito Simeone e la gara torna brutta come nel primo tempo. La Roma prova a segnare, attaccando nel finale, ma le sue giocate sono confusionarie e Conte fa uscire Politano e Anguissa a beneficio di Mazzocchi e Folorunsho, che costruiscono un’azione pulita, che avrebbe potuto dare il raddoppio. Il mancato gol del Napoli concede le ultime speranze alla Roma, che con l’ingresso di Dybala al posto di Mancini nel recupero tiene sulle corde tutto il pubblico napoletano, ma non accade nulla di importante per la Roma ed è la squadra di Conte a sfiorare ancora il secondo gol con Neres, mantenendo il primo posto di una classifica, nella quale le altre squadre concorrenti per il titolo tutte temibili sono comunque ad un solo punto. Per il momento però ci si può emozionare nello stadio che fu di Maradona, con l’omaggio finale al grande Pino Daniele

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