Napoli gli azzurri di Antonio Conte battono con merito la Fiorentina
Il Napoli comincia l’anno e chiude il girone d’andata benissimo, nonostante la difficoltà di giocare senza Bongiorno in difesa e Kvaratskhelia e Politano in fase offensiva, peraltro su un campo tradizionalmente ostile come quello di Firenze. Conte opta per la soluzione tattica di un esterno difensivo come Spinazzola schierato alto, e tranne i primi e gli ultimi minuti del primo tempo i fatti gli danno pienamente ragione. Praticamente senza Politano a fare il terzino Conte schiera l’ex terzino della Roma e della nazionale a fare l’attaccante, ma il Napoli riesce a controllare il gioco e a rendersi pericoloso perché lo stesso Spinazzola impegna il forte portiere spagnolo De Gea e poi propone l’azione prima dello scambio bello nello stretto in area di rigore tra Olivera e Lukaku, che porta al gol il nazionale dell’Uruguay, il quale però era in fuorigioco nel momento iniziale dell’azione.
Se Conte voleva capire se Spinazzola merita di non essere ceduto al mercato di gennaio appena iniziato, l’esame è stato superato perché il calciatore, che dopo l’infortunio rimediato agli europei del 2021 non è riuscito a tornare quello di prima, in questa gara dimostra di poter essere ancora un elemento utile, capace di ricoprire anche più ruoli e si è visto quando Oliveira da esterno basso diventa centrale e lui si abbassa in difesa. La cosa più bella della partita la fa il brasiliano Neres, che si inventa una giocata da fuoriclasse con un tiro, che sorprende nettamente De Gea. La Fiorentina riesce solo a questo punto a giocare meglio e rendersi pericolosa, trovando pure il gol con il suo cannoniere ex juventino Kean, ma il suo pareggio è giustamente annullato per fallo di mano dopo la valutazione del var, mentre Mandragora impegna Meret dalla distanza e Dodo tenta un pallonetto di testa per il sorprendere il portiere del Napoli, che ha rinnovato da poco il contratto. La squadra di Conte si lascia preferire per la forza e la qualità dei suoi centrocampisti che giocano tutti molto bene, e cominciano benissimo pure la ripresa. Così dopo l’occasione fallita da Mc Tominay, Moreno commette un netto fallo su Anguissa in area per il raddoppio di Lukaku, che questa volta non sbaglia il rigore.
Anche Lobotka è molto sicuro nelle due fasi e praticamente gli azzurri vincono quasi tutti i duelli in mezzo al campo, inducendo Palladino a inserire prima della metà del secondo tempo Gosens e Colpani al posto di Parisi e Moreno, che paga l’ingenuità del fallo da rigore. La Fiorentina ne trae beneficio fino ad un certo punto e impegna severamente Meret due volte nella stessa azione, prima con Mandragora e poi con Beltran, mentre Neres si rende pericoloso in contropiede. Prima che Conte effettui i primi cambi il tedesco Gosens sfiora di testa la traversa e soprattutto Mc Tominay è abile a sfruttare la deviazione sbilenca di Comuzzo per chiudere la gara con il terzo gol, il suo quarto personale. Bravo nell’occasione Anguissa a sfruttare l’incertezza di Dodo sulla trequarti e a inserirsi in area, per proporre il traversone e così l’ingresso di Simeone al posto di Lukaku avviene in un momento propizio per il Cholito per mettersi in evidenza contro la sua ex squadra e in contemporanea con quello di Richardson per l’ex juventino Mandragora. Palladino inserisce alla fine pure Cataldi e Kouame per cercare almeno di realizzare il punto della bandiera, ma restando nel finale senza sostituzioni in balia delle ripartenze del Napoli, che trova invece con gli inserimenti di Mazzocchi e Ngonge nuova vitalità in fase offensiva persino nei minuti finali. Spinazzola e Neres hanno fatto benissimo come sostituti di Kvaratskhelia e Politano e preoccupa solo l’infortunio di Olivera, che costringe Conte a inserire Gilmour assieme a Raspadori nel recupero al posto dell’uruguaiano e dello slovacco Lobotka. Finalmente si può riscattare quella sconfitta che fece perdere lo scudetto, la quale per Sarri avvenne già nell’albergo, e così il Napoli restituisce il 3-0 che fece piangere nella tarda primavera del 2018. Invece adesso nel 2025 la squadra partenopea può iniziare bene l’anno e passare una buona Epifania da sola in testa alla classifica, ma solo in attesa dei recuperi di Inter e Atalanta, per cui non può essere considerata neppure campione d’inverno. Comunque è sempre meglio avere qualche buon regalo dalla Befana, che ottenere un titolo platonico, soprattutto quando non serve a nulla.