Il Napoli di Antonio Conte si arrende allo “Stadio Olimpico” contro la Lazio e saluta ancora una volta la Coppa Italia.
Conte ha voluto imitare il peggiore Mazzarri, non facendo giocare nessun titolare in coppa, per dimostrare probabilmente la pochezza dei rincalzi difensivi e dedicarsi completamente al campionato, in attesa di ricevere dal mercato di gennaio i necessari rinforzi per le seconde linee in un determinato reparto. Da parte sua Baroni, ex difensore del Napoli, che realizzò il gol che sancì il secondo scudetto proprio contro la Lazio, ha puntato fin dall’inizio su qualche titolare per passare il turno e non scoprire le carte in vista dell’impegno successivo in campionato al San Paolo Maradona.
Tijjani Noslin è stato il mattatore del primo tempo con una doppietta, ma le sue reti non sono state le uniche emozioni della frazione. Infatti nel monologo laziale, interrotto solo da qualche rapida ripartenza della squadra partenopea, va segnalato l’episodio del rigore iniziale per il fallo di Caprile su Pedro, parato bene dal secondo portiere del Napoli al nazionale Zaccagni. Poi ancora Pedro è protagonista nel vantaggio della sua squadra per l’assist del gol dell‘olandese Noslin, ma finalmente il Napoli comincia a reagire, trovando il pari con il Cholito Simeone, bravo a mettere in rete, anticipando Patric, la respinta del portiere greco Mandas su tiro di Neres, dopo una rapida azione del brasiliano in area capitolina. La difesa di riserva del Napoli lascia a desiderare e consente alla Lazio di mettere facilmente Noslin in condizione di segnare ancora, gettando le basi dell’impresa di portarsi il pallone a casa.
Le riserve di Conte rischiano di fare gol ancora con Simeone, che a fine primo tempo trova però l’ostacolo del piede di Mandas, che ha ricordato le famose parate di Garella. Nella ripresa la gara resta divertente soprattutto per i tifosi della Lazio, che possono esaltarsi subito per la tripletta di Noslin, che torna a segnare di testa con la complicità di un tocco di Jesus, poco convincente come del resto il suo compagno di reparto Rafa Marin e gli stessi esterni bassi Zerbin e Spinazzola. Si potrebbe ancora vedere un gol da una parte e dall’altra prima degli ingressi di Isaksen e Guendouzi al posto di Zaccagni e Pedro, perché Simeone e Folorunsho ci provano e Lazzari impegna severamente Caprile. Conte prosegue nel suo disegno di fare giocare per quasi tutta la gara solo le riserve, non inserendo nessun titolare fino all’ingresso contemporaneo nel finale di Di Lorenzo, Mc Tominay e Politano, al posto di Zerbin, Folorunsho e Ngonge, mentre Baroni concede un poco di spazio a Castrovilli.
Gli unici che provano a giocare con determinazione nel Napoli sono gli scozzesi, ma Gilmour ha dimostrato ancora una volta di non valere Lobotka e Mc Tominay può se non altro provare a tirare in porta da fuori area. Baroni giustamente tiene in campo fino alla fine Rovella, che per squalifica non può giocare domenica e il centrocampo laziale domina per tutta la gara, anche quando Lukaku tra i fischi dei laziali prende il posto di Simeone e infatti è il danese Isaksen a sfiorare il quarto gol e non certamente il Napoli a trovare il modo di dare un senso ai minuti di recupero, nei quali Conte mortifica Raspadori, sostituendolo con Lobotka. Comunque il nazionale pupillo di Spalletti ha giocato malissimo, dopo aver invocato maggiore spazio, lasciando trapelare la possibilità di cessione al mercato di riparazione, nonostante le dichiarazioni in senso contrario della società. Insomma mentre Baroni concede a Noslin la standing ovation, forse Conte ha ottenuto quello che voleva, cioè smuovere la società sul fronte acquisti in difesa, lasciando intendere che in attacco c’è qualche giocatore, che potrebbe pure essere ceduto, soprattutto in considerazione che la squadra da questo momento avrà una sola competizione sulla quale concentrarsi, a cominciare proprio dall’impegno casalingo ancora con la Lazio domenica sera.