Il Napoli vince e torna a sorridere a Marassi


Il Napoli vince a Genova a casa della Sampdoria per 0-2. Di Gianfranco Piccirillo

La gara di Marassi regala sotto la pioggia, emozioni di varia natura e tre punti importanti alla capolista, ma pure la conferma di qualche difficoltà, con Spalletti che sceglie questa volta Jesus, Elmas e soprattutto Mario Rui, la cui assenza era pesata non poco a Milano. La prima densità emotiva è la commozione per il ricordo struggente del pubblico di Vialli e Mihajlovic, che hanno fatto la storia della Sampdoria, e poi c’è la decisione del var di richiamare l’arbitro, per visionare il netto pestone in area subito da Anguissa. L’inevitabile rigore conseguente è parato dallo specialista Audero su Politano, che invece solo in questa stagione è diventato tiratore scelto dagli undici metri, dopo una selezione di Spalletti, che a questo punto potrebbe essere riaperta, considerando anche i gol di Kvaratskhelia in amichevole e nella sua nazionale. La squadra di Stankovic riesce ad impegnare Meret piuttosto seriamente in un paio di circostanze con Gabbiadini e Verre, mentre il Napoli prova a segnare con Elmas ed Osimhen, fino comunque a trovare il vantaggio con lo stesso attaccante nigeriano, che sfrutta perfettamente un assist di Mario Rui, il sesto stagionale, che conferma l’importanza del portoghese negli schemi offensivi. Victor Osimhen diventa così il primo e unico giocatore nigeriano ad arrivare in doppia cifra in tre stagioni diverse in Serie A, e alla fine del primo tempo, dopo aver portato a spasso la difesa avversaria, subisce il bruttissimo fallo dal solito rude Rincon, che viene espulso giustamente dall’arbitro. In precedenza Anguissa avrebbe potuto trovare il raddoppio con un tiro dal limite, che lambisce il palo ed Elmas un nuovo rigore per un tocco, apparso veniale in area. Spalletti, forse per precauzione in vista della sfida con la Juventus di venerdì, inserisce Rrahmani al posto di Kim Minjae, mentre Stankovic, nonostante l’inferiorità numerica si gioca le carte a sua disposizione, inserendo Djuricic, Villar e persino Zanoli, che solo da alcune ore è stato preso in prestito proprio dal Napoli, in cambio di Bereszynski, tenendo tutto sommato bene in partita la sua squadra, con il centrocampo che assolutamente non sfigura. Spalletti si accorge delle difficoltà e inserisce prima di metà ripresa Lozano e Zielinski per i non brillantissimi anche stavolta Politano e Kvaratskhelia, e subito dopo Ndombele per l’affaticato Anguissa, invece apparso in ripresa dopo la brutta gara con l’Inter.

Il Napoli non riesce a trovare il secondo gol perché prova a cercarlo solo con le conclusioni da fuori di Lobotka, Lozano, Ndombele e Zielinski, nonostante la supremazia territoriale e la superiorità numerica. Evidentemente in vista dello scontro diretto, Spalletti prova ad imitare Allegri nelle vittorie di stretta misura, anche se la Juventus ha subito molto meno reti e il Napoli finora ne ha realizzate tante di più. Ci è voluto un altro intervento del var, perché l’arbitro è apparso troppo distratto in alcuni episodi, in seguito ad un clamoroso tocco di mano in area, per superare finalmente Audero dagli undici metri con il gol della tranquillità del macedone Elmas, che almeno in questa gara ha scavalcato Osimhen, Lozano e persino Zielinsky nelle gerarchie dei rigoristi. Spalletti nei minuti finali inserisce pure Raspadori per Elmas, ma tutto sommato preferisce non sprecare ulteriori energie in vista della sfida scudetto contro la temibile squadra di Allegri, che in questo momento merita la considerazione che la classifica e la lunga imbattibilità palesano in modo così evidente, da imbarazzare i tantissimi soloni che avevano massacrato il selezionatore toscano e che sono rimasti ormai senza argomenti di dileggio verso un tecnico, che in carriera ha sempre dimostrato indiscutibili qualità nell’ottenere risultati lusinghieri nelle squadre finora allenate.

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