Il Napoli vince in Europa League, di Gianfranco Piccirillo Presidente dell’ Associazione Stabiamore che commenta la bella e triste giornata azzurra
Il Napoli batte la squadra croata nello stadio Diego Armando Maradona, una dedica dell’amministrazione, che mette una comprensibile eccitazione nei tifosi giovani, ma a me provoca un’ enorme tristezza mista a malinconia, che mi ha assalito dalla terribile notizia della morte dell’immenso Dieguito.
A distanza ormai di circa 30 ore dal tragico evento, che ha sconvolto tutto il mondo non solo calcistico, mi riesce ancora difficile esternare i miei sentimenti per l’indiscutibile mito del calcio mondiale e per la prima volta mi ha assalito la brutta bestia dell’invidia, un fenomeno che finora non mi aveva neppure sfiorato, una fortissima invidia per tutti quelli che hanno scambiato qualche parola, fatto una foto o addirittura scambiato un palleggio con il Pibe de Oro.
Eppure come avevo confessato al mio amico e grande fotografo Giovanni Somma, uno di quelli che sto invidiando per le fortune di cui sopra, avevo intenzione in futuro di organizzare un evento a Castellammare con la presenza del calciatore più forte del mondo perché credo che, a parte qualche fugace apparizione notturna e l’allenamento al Menti in occasione della famigerata semifinale del Mondiali del 1990, il genio del “pallone” non abbia mai avuto modo di vedere la nostra città e purtroppo questo rimarrà solo un sogno.
Mi accorgo che forse mi sto sbloccando, ma avrò modo con riflessioni ulteriori di parlare del mio essere un sostenitore più o meno scatenato di Maradona, del notare nella sua vicenda umana alcune analogie con quella di Bettino Craxi, delle meravigliose sensazioni ed emozioni che le sue magie calcistiche mi hanno regalato, così come mi hanno ferito le tante angherie ed ingiustizie che ha dovuto subire dentro e fuori dal campo. Ora devo raccontare del gol di Politano o forse autogol di Anastasio su assist di Zielinski, che ha sbloccato la gara che nel primo tempo è stata avara di occasioni e che ha fatto registrare più parate di Meret che del portiere del Rijeka.
Nella ripresa con l’ingresso delle stelle Insigne, Mertens e Lozano finalmente aumenta la produzione delle occasioni offensive del Napoli, che prima sfiora il gol con Petagna e Demme e poi lo trova proprio con l’attaccante messicano, mentre il fantasista di Frattamaggiore, che avrebbe voluto dedicare un suo gol a Maradona si fa parare la conclusione almeno per due volte, una davvero clamorosa.
Credo però che un punteggio più pesante sarebbe stato troppo severo per la squadra croata che, pur priva di tanti elementi colpiti dal covid, è riuscita a fare una gara dignitosa come peraltro a Fiume.
Addirittura è stato Lobotka, entrato per Demme ad andare più vicino di tutti al gol, ma è sempre Insigne a tentare di imitare Maradona addirittura nella ricerca di un difficile pallonetto davanti al portiere, mentre nel finale entra anche Ruiz e il Rijeka che ha schierato Anastasio, un napoletano di proprietà del Monza di Berlusconi, impegna Meret in un intervento difficile, che consente di tenere la porta inviolata.
È stata dunque una vittoria netta, ma triste di questo infame novembre dell’anno altrettanto nefasto 2020, senza pubblico, senza prodezze e senza Maradona in quello che è stato per sette anni il suo tempio e che ora porterà per sempre giustamente ma malinconicamente il suo nome.
Leggi altre news dal mondo dello sport:
- Il Napoli conquista la vetta – 2 a 0 al Rijeka
- Cluj-Roma 0-2: capitolini a quota dieci nel girone
- Sampdoria-Genoa, le probabili formazioni