<strong>Andreas Brehme, gli arcobaleni disegnati sulla fascia
Andreas Brehme va a completare la batteria dei Tedeschi dell’Inter a fine anni 80. Con Jürgen Klinsmann e Lothar Matthäus
Andreas Brehme entra a pieno titolo nella storia del calcio mondiale, non capita a tutti i calciatori, forse nemmeno ai piu’ grandi di risolvere una finale di Coppa del Mondo. Lui lo fatto nel 1990, contro l’Argentina facendo piangere Diego Armando Maradona a fine gara. Un terzino di spinta, il Trap lo mise a sinistra, un piede educato e delicato, ogni cross era una meraviglia. Veloce, tatticamente disciplinato e bravo anche sui calci piazzati, lui che spesso nel corso della sua carriera ha giocato anche come terzino destro, insomma il classico giocatore moderno.
La sua carriera e’ sicuramente legata al Kaiserslautern, team che lo lanciato nel grande calcio e dove ha concluso la sua carriera ma il Bayern Monaco gli ha dato quella visibilita’ a livello internazionale. Nel 1988, insieme all’altro tedesco Lothar Matthäus, Brehme è ceduto all’Inter. Inizia in Italia una bella sfida fatta di vittorie e tanti momenti felici alla corte del Trap. Non solo l’Inter dei record, nel suo scenario nerazzurro. La stagione seguente, mantenendo elevati standard di rendimento, conquista la Supercoppa italiana contro la Sampdoria. Nel 1991 vince la Coppa UEFA battendo in finale la Roma. Tre anni per tre trofei ma nel 1992 il difensore si trasferisce in Spagna alla corte del Real Saragozza prima di tornare in Germania per chiudere la sua grande carriera.
Un calciatore devastante, forse un calciatore per molti anche sottovalutato perche’ spesso qualcuno non ricorda le gesta di questo grandissimo campione che oltre a divertire i tifosi ha saputo vincere da attore protagonista. Sempre allegro e sorridente, di corsa a lottare e faticare sulla fascia a disegnare arcolbaleni per i suoi compagni in attacco. Che meraviglia vederlo giocare!
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