Ivano Bordon, storica bandiera dell’Inter e della nazionale italiana, è stato raggiunto dalla nostra redazione per un’intervista.
Intervista a Bordon
Che cosa significa per lei essere una bandiera dell’Inter amato da tantissimi tifosi?
Per me l’Inter e i tifosi sono stata la mia famiglia perchè sono arrivato a Milano che avevo 15 anni e ho lasciato la societa’ che ne avevo 32. Mi sono sempre sentito parte integrante dei colori nerazzurri,e se vogliamo mi sentivo di rappresentare l’Inter, se poi fossi una bandiera era l’Affetto dei tifosi che me lo faceva capire.
Come vede l’Inter di adesso. Perché questa squadra non riesce più a vincere un trofeo?
L’Inter quest’anno stava facendo bene, purtroppo le partite con Lazio e Juve hanno interrotto l’andamento positivo che aveva .Conte quest’anno è riuscito a dare alla squadra un modo di giocare e di approccio che ha cambiato la mentalita’ del gruppo. Penso che anche il mio amico Oriali abbia inciso nel gestire il gruppo. Senza dimenticare Marotta . Alla fine mi sento di dire che l’Inter prossimamente sara’ protagonista.
Lei ha giocato tante partite belle. Ma esiste una partita che lei si porta nel cuore. Per molti interisti quella in Germania contro il Borussia Moenchegladbach è una di quelle che hanno apprezzato di più. Il suo pensiero?
Si penso che la partita in Coppa Campioni contro il Borussia sia stata molto importante per me , perche’ mi ha fatto conoscere in campo internazionale e mi ha dato la sicurezza di continuare con la mia volonta di poter raggiungere il massimo. Pero’ dico che di momenti felici e importanti ne ho passati tanti, i due scudetti con Invernizzi e Bersellini sono stati importantissimi.
Si può dire che l’Inter del 1980 era solida come quella di Trapattoni o come quella di Mourinho?
Tutte tre le formazioni sono state vincenti la mia era tutta italiana con 7-8 del settore giovanile, sempre in testa dalla prima di campionato, io ho fatto in quel campionato il record d’imbattibilita’ nerazzurra con 686 minuti che detengo ancora.Quella del Trap è stata la squadra dei record , certo che con Mou , l’Inter del triplete è stata forte . Insomma tre periodi, tre formazioni che saranno ricordate.
Che cosa ha provato quando ha lasciato l’Inter dopo 13 anni?
Ho provato un gran magone dentro di me, mai avrei lasciato l’Inter ma purtroppo non sono stati sinceri e giusti con me i dirigenti , e alla fine ho dovuto muovermi per altri interessamenti, dimenticavo stessa sorte è toccata al Lele Oriali
Lei è un doppio campione del mondo. Che cosa significa vincere questo meraviglioso trofeo?
Guarda che da bambino uno ha il sogno con la passione di diventare calciatore, poi di rendersi conto che stai giocando con giocatori dei quali facevi la collezione di figurine,arrivare a vincere un Mondiale da calciatore e rivincerlo da allenatore è un raggiungimento del massimo traguardo di soddisfazione per te ma anche per tutta la tua famiglia e per tutti i tifosi .
Che rapporto aveva con Dino Zoff?
Con Zoff ho sempre avuto un ottimo rapporto quando eravamo in nazionale ci si allenava assieme ,siamo due che non parlano troppo pero’siamo sempre stati bene assieme, un Friulano e io Veneto…..
In chiusura Ivano Bordon oltre ad essere stato un portiere meraviglioso è diventato anche scrittore. Come è nato il lavoro “In presa alta”
Era da circa due anni che avevo in mente di scrivere una mia biografia e circa un anno fa, entro nel mio fanclub fondato da tifosi di Taranto Guirino Lorenzo e adesso da tifosi di tutta italia,una persona che chiedeva di potermi parlare perche voleva scrivere un libro su di me.Mi trovai con lui, Jacopo Dalla Palma , e incominciammo a scriverlo poi lui trovo’ la casa editrice CAOSFERA che ci appoggiato quindi abbiamo fatto il libro il cui titolo è “IN PRESA ALTA” io l’ho letto e mi è piaciuto molto.
Si ringrazia Ivano Bordon per il tempo concesso per questa intervista