La sconfitta di domenica in casa Inter ha lasciato il segno con voci che si moltiplicano quando invece serve serenità per centrare l’obiettivo Europa League
APPIANO GENTILE – Bastava perdere con il Torino, dire addio alla possibilità di andare in Champions League che le notizie in casa Inter si moltiplicassero oltre misura.
Che cosa non è stato scritto durante questa settimana, dalla cordata cinese interessata di rilevare il 35% delle azioni al ritorno di Massimo Moratti alla presidenza, al Panama Papers per finire con le continue voci di chi viene e chi va in un momento quando i nerazzurri devono ancora centrare l’ultimo obiettivo rimasto, ossia il quarto posto e il tabellone principale dell’Europa League.
Punto primo. Sembra destino per la società del cielo e della notte di non avere mai un momento di tranquillità in confronto anche di altre squadre che stanno peggio di loro. Qualche volta viene il dubbio se tutte questi voci non siano create ad arte per destabilizzare un ambiente molto focoso.
Punto secondo. Sembra destino che ogni volta che la squadra sembra essere sulla strada giusta, incontra sempre l’avversario con le spalle al muro che fa puntualmente risorgere. E successo con la Lazio, con il Carpi, con il Verona, con il Milan e anche con il Torino. Adesso c’aspetta la trasferta in Ciociaria contro il Frosinone in piena lotta salvezza e i nerazzurri devono subito trovare la concentrazione perché un’altra sconfitta avrà conseguenze serie per il futuro non solo per la rosa, ma anche in società. Mancano 7 partite alla fine e non è ancora tempo di gettare la spugna, adesso serve unità d’intenti altro che voci da corridoio. I conti si faranno dopo il 15 maggio anche se la mancata qualificazione alla Champions obbliga la società ad agire in un certo modo sul mercato per la prossima stagione, ma questo è un discorso che preferisco affrontarlo a giochi fatti.
È autolesionismo se qualcuno già da adesso tira i remi in barca perché si sente fuori dal progetto. Avanti tutta a cominciare da Frosinone.
Punto terzo. Scrivo dopo la prima gara della doppia finale della Tip Cup Primavera. Non c’era dubbio che la primavera nerazzurra è tra le migliori non soltanto in Italia ma anche in Europa e al mondo. La domanda che mi rode dentro è quanti di questi ragazzi avranno la fortuna di vestire il nerazzurro anche in prima squadra e rimanere.
E qui entriamo in gioco noi tifosi. Siamo disposti a sopportare un Bonetto o un Zonta, un Gravillon, un Radu, un Gyamfi, un Della Giovanna o un Baldini in prima squadra senza fischiarli, lasciarli crescere? Forse è giunto il momento di dare spazio ai nostri campioncini e non mandarli in altre squadre e nel futuro dobbiamo sborsare soldi per riacquistarli.
In quanto a Frosinone c’è il problema di sostituire lo squalificato Miranda. Visto e considerato che Juan Jesus non da garanzie forse sarebbe meglio lo spostamento di Medel a far coppia con Murillo e lasciar spazio in mezzo al campo a Kondogbia in coppia con Brozovic. Per il resto dovrebbe tornare D’Ambrosio sulla destra mentre con molta probabilità Telles prenderà il posto dell’altro squalificato in casa Inter, Nagatomo, sulla fascia sinistra. In attacco si va verso la conferma di Icardi prima punta con Palacio e Perisic a fargli compagnia. L’ultima maglia se la giocheranno Biabiany e Ljajic sempre che Mancini non sorprenda tutti e lanci Jovtic in campo.
A dirigere la gara del Matusa è stato chiamato l’arbitro Paolo Tagliavento della sezione di Terni alla sua 30^ direzione con l’Inter che vanta 18 vittorie, 4 pareggi e 7 sconfitte. Per i nerazzurri sarà la terza volta con l’arbitro umbro in questa stagione dopo la vittoria in casa del Chievo e la semifinale persa 3-0 a Torino contro la Juventus.
