Italia la nazionale di Luciano Spalletti vince ed adesso potrà giocare con la calcolatrice il prossimo incontro decisivo per la qualificazione.
La nazionale di Spalletti affronta finalmente nel modo giusto una gara contro la bestia nera macedone, costruendo i presupposti per giocare con due risultati su tre la decisiva sfida di lunedì contro l’Ucraina sul campo neutro di Leverkusen per gli spiacevoli fatti bellici, che durano ormai d quasi due anni. Il grande protagonista è finalmente Federico Chiesa, riportato dal tecnico italiano al centro del progetto, che dopo una botta al ginocchio subita proprio all’inizio della sfida, realizza una splendida doppietta. Prima della doppietta di Chiesa però c’è il gol del sostituto di Di Lorenzo, l’interista Darmian, che sblocca il risultato con un colpo di testa su assist di Raspadori e il terzo rigore consecutivo sbagliato da Jorginho, che però dopo una lunga assenza gioca una buona partita in cabina di regia. Chiesa riesce a segnare il suo primo gol proprio dopo l’errore di Jorginho con un tiro al volo più bello ancora della seconda rete, che pure finisce in modo spettacolare alle spalle di Dimitrievski, ma per una deviazione. La ripresa comincia male con il gol di Atanasov, che complica un poco i piani di Spalletti, che voleva gestire con assoluta serenità la gara nella seconda parte, per conservare le energie in vista della partita fondamentale di lunedì sera in Germania, ma ritiene comunque di sostituire dopo un’ora Chiesa, Jorginho e Bonaventura, per inserire contemporaneamente Cristante, Frattesi e Zaniolo, che il pubblico fischia come purtroppo all’inizio ha fatto con l’inno nazionale macedone. Vanno ricordate anche le occasioni di Raspadori, Bonaventura e Dimarco oltre il gol annullato nel primo tempo all’attaccante del Napoli e la parata del portiere della Macedonia su Darmian, che pure è stato fermato per la sua posizione irregolare. I piani di Spalletti sono rovinati completamente quando Atanasov con la complicità della deviazione decisiva di Acerbi riapre la gara a metà del secondo tempo.
A questo punto l’allenatore campione d’Italia decide di togliere dal campo il deludente Berardi, per inserire questa volta un beniamino del pubblico romanista, il faraone El Shaarawy, al centro delle polemiche del calcio scommesse senza però essere coinvolto ufficialmente. La Macedonia si conferma squadra scorbutica e difficile da affrontare per la nazionale italiana, che riesce a tirare un grosso sospiro di sollievo quando il napoletano Raspadori realizza il quarto gol su assist di Barella, due soluzioni, il passaggio e il tiro entrambe efficaci e apprezzabili. Nei minuti finali i macedoni anche se non si rendono più pericolosi continuano ad essere fallosi, collezionando addirittura quattro ammonizioni, due delle quali, per fermare Jack Raspadori, che dopo Chiesa o forse assieme a lui merita la palma di migliore in campo e gli applausi per l’uscita dal campo nel recupero a beneficio di Scamacca.
L’attaccante dell’Atalanta ha subito l’occasione per segnare in contropiede, ma la fallisce perché sceglie la soluzione più difficile con un pallonetto da fuori area, forse per emulare i cucchiai di Totti nel suo stadio, e il gol è più giusto che lo segni proprio El Shaarawy da padrone di casa con un tiro dal centro dell’area di rigore, che trafigge ancora Dimitrievski, chiudendo il match con un punteggio, che distanzia giustamente le due formazioni.