La Juve Stabia di Sandro Pochesci è da media retrocessione.Spesso si può tranquillamente giocare con la filosofia e con le parole e discutere ma con i numeri non si scherza, non lasciano scampo a libere interpretazioni.
Se vogliamo parlare di numeri, come spesso abbiamo fatto nel corso di questi racconti la truppa gialloblu con l’ex allenatore della Ternana è da matita rossa e se preferite da bocciatura senza un minimo di appello o giustificazione.Nove partite è durata l’avventura dell’allenatore in panchina, un esonero giusto e forse inevitabile anche se sarebbe troppo comodo puntare l’indice solo sull’allenatore. Pochesci ha pagato alcune gare difficili del calendario ma in alcune gare si poteva e si doveva assolutamente fare meglio. 5 punti in nove gare, 8 goal fatti e ben 19 subiti.
Su cinque gare giocare al Romeo Menti solo 4 punti ed uno solo in trasferta.Se questa non è una media retrocessione è un qualcosa di molto ma molto simile.
Non vogliamo aprire i libri ma nella storia recente del club raramente si ricorda una squadra che abbia fatto registare un filotto cosi negativo.Forse la Coppia Braglia-Pea nel campionato di Serie B 2014 oppure la ripresa post Covid del 2020 quando Fabio Caserta perse la bussola ed arrivò una retrocessione quando oramai la salvezza sembrava cosa fatta.
Dopo la sconfitta contro il Latina è arrivato l’esonero da parte del Direttore Di Bari in Sala Stampa ma adesso l’indice si sposta sulla squadra che ha perso in questo 2023 lo smalto e quella voglia di lottare che si è vista raramente in questo girone di ritorno e dunque il gruppo non è esente da critiche.Molti singoli non stanno rendendo e chi doveva fare la differenza arrivato come calciatore di categoria superiore non ha mai dato l’impressione di esserlo.
Tutti fattori che fanno riflettere che stanno alimentando un malessere che sembrava andato via dopo il derby contro il Giugliano ma che ha restituito alla piazza una Juve Stabia scarica, fragile, confusa e senza idee.