Juve Stabia le vespe pareggiano 0-0 contro il Taranto di Capuano. Il pensiero post gara di Gianfranco Piccirillo.
La canzone vincitrice del festival di Sanremo vale per questa brutta gara tra lo Stabia di Pochesci e il Taranto di Capuano, ma anche per la piccola Mariarosaria, che deve subire un importante intervento al cuore a Boston nei prossimi mesi perché ci sono due vite, ci devono essere e a volte anche di più. La partita è brutta perché è bloccata tatticamente in quanto Pochesci sceglie per lo Stabia un modulo a specchio rispetto agli avversari, con un 3-5-2 che vede Guarracino a destra come quinto di centrocampo.
La squadra di Castellammare deve vincere ma senza Silipo in attacco la squadra non riesce mai a rendersi veramente pericolosa con Mignanelli a sinistra e Guarracino, che prova a destra inutilmente a dare sostegno ai due attaccanti Pandolfi e Zigoni, preferito a giovani D’Agostino, Volpe e Rosa. Dopo un paio di azioni del Taranto proprio Zigoni, anche oggi per il resto molto deludente, fornisce una palla importante per Scaccabarozzi, che sbaglia clamorosamente l’aggancio in area di rigore, fallendo un’occasione davvero molto propizia.
Il migliore in campo nel primo tempo è il giovane tarantino Mastromonaco, che maradalmeggia sulla fascia destra e fornisce la palla all’ex attaccante stabiese Bifulco, che sfiora il palo alla sinistra di Barosi. Il Taranto nel primo tempo gioca meglio dello Stabia e si avvicina spesso alla porta di Barosi. Solo nel finale della prima frazione di gioco Zigoni e Cinaglia impensieriscono la retroguardia di Eziolino Capuano, applaudito all’inizio della gara da un pubblico encomiabile da entrambe le parti anche per la solidarietà mostrata alla piccola stabiese Mariarosaria e alle vittime del terremoto in Turchia e Siria. Se la partita è bloccata tatticamente è tutto merito dell’esperienza dell’allenatore del Taranto, che ancora una volta contro lo Stabia riesce a mostrare la sua abilità di stratega della panchina, costringendo lo Stabia praticamente a non essere mai pericoloso dalle parti del suo portiere Vannucchi, mentre i suoi uomini si sono resi pericolosi in un paio di circostanze.
Nella ripresa la gara continua sulla falsariga del primo tempo, tranne che nei minuti finali, nei quali lo Stabia costruisce due nitide palle gol, che avrebbero potuto dare una vittoria importante. La svolta in senso positivo per lo Stabia avviene con gli ingressi di Silipo e D’Agostino, che finalmente danno un poco di verve in fase offensiva, molto più di quelli di Maselli e Gerbo per i comunque spenti Berardocco e Ricci. Pandolfi si erge a protagonista, già prima del palo finale con un paio di incisioni e conclusioni, mentre il subentrato nel Taranto Labriola impegna dal limite Barosi. Maselli non migliora il centrocampo stabiese anzi commette un errore grave, che favorisce il subentrato attaccante di Capuano, Nocciolini, che fortunatamente tenta un pallonetto velleitario da una distanza eccessiva.
Dopo una punizione dal limite di Silipo con palla alta sulla traversa arriva al quarantesimo la grande occasione per lo Stabia con D’Agostino, che da posizione favorevole, perché centralissima sfiora il gol, calciando forse in modo precipitoso e sicuramente impreciso Dopo un’altra azione fallita anche dal Taranto con un errore di Barosi in uscita su Labriola che tenta inutilmente un pallonetto, arriva sul traversone di Mignanelli il colpo di testa di Pandolfi che colpisce incredibilmente il palo interno alla sinistra di Vannucchi.
Insomma una brutta gara si ravviva nel finale e si chiude con un tiro di Silipo parato da Vannucchi, regalando se non altro al deluso pubblico stabiese, una speranza di poter vedere qualcosa di meglio in fase offensiva nelle prossime gare, seppure difficili, a partire da quella dello Zaccheria di domenica pomeriggio e poi anche in quella di nuovo al Menti e ancora più complicata contro la capolista Catanzaro.
La gara si poteva vincere, ma rimangano forti le perplessità sul mercato, sulla questione degli allenatori e sulla mancanza di gioco offensivo, ma le tifoserie unite nel nome della solidarietà rimane un dato che dimostra la bellezza del calcio, anche nelle giornate grigie e povere di spettacolo in campo, come quelle di questo pomeriggio al Menti, che come hanno urlato i tifosi della curva al presidente Langella alla fine, è uno stadio, che merita molto più gioco e determinazione da parte della squadra di casa.