Probabilmente neanche il più ottimista dei tifosi genoani avrebbe sognato una partita del genere. Eppure è successo: Genoa stratosferico e Juve spedita all’inferno con due gol di Giovanni Simeone, il “Cholito”, in quanto figlio di cotanto padre, il “Cholo” Diego, che a suo tempo (correva l’anno 2000) si era materializzato, a sua volta, quale incubo per i bianconeri, cui contribuì in modo determinante a soffiare lo scudetto con la sua Lazio.
Il capolavoro odierno è stato poi completato grazie a un’autorete di Alex Sandro; nel finale, ci ha pensato Pjanic, con una delle sue punizioni pennellate, a rendere la pillola meno amara.
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PRIMO TEMPO
La Juve si schiera con il solito 3-5-2 in cui però cambia alcuni interpreti: così in difesa a destra troviamo Dani Alves e, a sinistra, Benatia a supportare il pilastro Bonucci; in mezzo al campo Liechtsteiner esterno largo a destra e poi Khedira, Hernanes, Pjanic e Alex Sandro; in avanti il solito Mandzukic e, a sorpresa, Cuadrado.
Il Genoa si schiera con un 3-4-3 molto spregiudicato in cui spicca la propensione offensiva dei due esterni, Lazovic a destra e Laxalt a sinistra, l’apporto dei quali si rivelerà determinante. In avanti Simeone è affiancato dal prezioso Rigoni e da Ocampos.
Calcio d’inizio battuto dal Genoa all’indietro, come consentito dalla nuova regola in vigore dallo scorso giugno. Dopo neanche 3’ minuti rossoblu in gol: da un eccesso di confidenza di Bonucci sulla trequarti, un disimpegno di tacco, si innesca una veloce ripartenza con Rigoni che punta verso Buffon e calcia; il portiere della Nazionale respinge ma sui piedi dei genoani che ritentano ma il pallone viene respinto sulla linea finché finisce sui piedi di Simeone che non perdona.
Gran ritmo di entrambe le squadre adesso; Rigoni in realtà non fa l’esterno d’attacco ma viene al centro soprattutto a cercare di contrastare sul nascere la manovra juventina. Al 7, tiro di Cuadrado, facile per Perin. Il colombiano sembra essere l’unico in palla ma non basta perché la squadra di Allegri si scontra con il feroce pressing rossoblu, asfissiante in ogni parte del campo.
All’11’ azione tambureggiante degli uomini di Juric, con il pallone che balla a lungo pericolosamente davanti a Buffon il quale alla fine riesce a sbrogliare. Un minuto dopo ubriacante azione di Lazovic sulla fascia destra: il serbo è inarrestabile, fa girare la testa ad Alex Sandro poi mette al centro dove il “Cholito”, completamente solo, gira di testa imparabilmente in rete. 2 a 0 Genoa al 12’! Chi lo avrebbe mai detto? La Juve è irriconoscibile dopo un quarto d’ora di gioco.
Ma non è ancora finita: i bianconeri lanciano lungo senza costrutto con Allegri che si arrabbia chiedendo di far girare la palla. Ma è tutto inutile. In campo c’è solo il Genoa, e Rigoni al 23’ fallisce il 3 a 0 davanti a Buffon, mentre Benatia e Alex Sandro dormono accanto a lui.
Al 28’ la ciliegina, si fa per dire: calcio d’angolo per i rossoblu, colpo di testa di Burdisso e deviazione di Rigoni; batti e ribatti, palla sulla traversa e poi su Alex Sandro che non riesce a ricacciarla fuori. E così, dopo mezz’ora di partita, si materializza un incredibile 3 a 0.
La Juve è rimasta a Siviglia dove, in effetti, ha speso tanto sul piano fisico e su quello nervoso: prova ne sia il fatto che poco dopo, al 31’, Bonucci si stira alla gamba sinistra e, si saprà dopo, ne avrà per due mesi. E così Allegri è costretto a sacrificare un cambio facendo entrare Rugani. Non c’è partita, il Genoa è più fresco, più pronto e i suoi giocatori vincono tutti i contrasti in mezzo al campo.
Finalmente, al 41’, i bianconeri si affacciano in area, con Mandzukic che protegge una palla ma viene colpito da dietro da una ginocchiata e cade: sarebbe rigore ma Mazzoleni sorvola.
Dopo 3’ minuti di recupero, termina il primo tempo: Genoa super e Juve neanche scesa in campo.
SECONDO TEMPO
Ci si attende la riscossa juventina e, in effetti, qualche segnale di vita arriva: al 2’ scambio tra Cuadrado e Pjanic con tiro a lato. Al 6’ sugli sviluppi di un corner sponda di Rugani per Khedira che, da due passi, non trova la porta. Al 7’ dentro il Pipita Higuain per Liechtsteiner, con Cuadrado che si sposta sulla fascia davanti a Dani Alves. Ma è ancora Genoa: grande azione in profondità di Simeone ma Buffon stavolta salva in angolo. Sulle fasce imperversano Laxalt e Lazovic che annichiliscono Alex Sandro e Dani Alves ma almeno adesso, a differenza del primo tempo, c’è un minimo di partita.
Al 21’ sostituzione Genoa: Lazovic, stremato, è sostituito da Edenilson.
Al 23’ occasione per Mandzukic che, a due passi dalla porta, circondato da avversari, non riesce a concludere. Al 25’ fuori Khedira per Sturaro. Al 28’ la Juve corona la sua giornata storta con l’infortunio a Dani Alves a seguito di uno scontro di gioco con Ocampos: per il brasiliano frattura composta del perone che lo terrà fuori tre mesi. Juve ora in 10 perché non ci sono più cambi. Al 32’ ammonito Cuadrado per una brutta entrata su Laxalt: è la fotografia di una giornata completamente da dimenticare.
Al 37’ arriva una perla di Pjanic, unica cosa da salvare della giornata: il bosniaco batte una punizione, concessa per fallo su Mandzukic, nel solito modo magistrale e accorcia le distanze. A questo punto, mancano otto minuti e ci sarà un corposo recupero. La Juve quindi vuole provarci. Al 40’ palla al limite dell’area per Sturaro, servito da Higuain, che sbaglia il classico gol dell’ex. Al 42’ per il Genoa fuori il distrutto Ocampos e dentro l’esordiente Biraschi.
I rossoblu, di cui molti temevano un calo nella ripresa, non mollano di un centimetro: al 46’ Laxalt parte palla al piede come un missile ma viene abbattuto da Sturaro, ammonito.
L’arbitro concede 5’ di recupero. I bianconeri vanno disperatamente all’assalto ma non riescono a creare più di qualche mischia. Al 95’ game over e Marassi in delirio.
Partita incredibile determinata da un lato dalla grande giornata dei genoani e, dall’altro dal fatto che la Juve è mancata clamorosamente anche se, come detto, le attenuanti non le mancano, perché la squadra di Allegri ha pagato care le fatiche di Coppa.
Il Genoa, da parte sua, ha disputato la partita perfetta sotto ogni profilo: tattico, tecnico e fisico. Grande spinta sulle fasce, sovrapposizioni, corsa, pressing feroce e una prima punta, Giovanni Simeone, implacabile.
Grande prova inoltre, del sempre positivo Rigoni e, in difesa, di Munoz, due che a Palermo ancora rimpiangono.
IL TABELLINO:
Genoa (3-4-3): Perin; Izzo, Burdisso, Munoz; Lazovic (23′ st Edenilson), Rincon, Cofie, Laxalt; Rigoni (42′ st Gakpé), Simeone, Ocampos (44′ st Biraschi). A disp.: Lamanna, Zima, Fiamozzi, Gentiletti, Ninkovic, Ntcham, Pandev. All. Juric
Juventus (3-5-2): Buffon; Dani Alves, Bonucci (32′ Rugani), Benatia; Lichtsteiner (8′ st Higuain), Khedira (26′ st Sturaro), Hernanes, Pjanic, Alex Sandro; Mandzukic, Cuadrado. A disp.: Neto, Audero, Rugani, Evra, Chiellini, Marchisio, Asamoah, Kean. All. Allegri
Arbitro: Mazzoleni di Bergamo
Marcatori: 3′ Simeone (G), 13′ Simeone (G), 29′ Alex Sandro (J) autogol, 37′ st Pjanic (J)
Ammoniti: Rincon, Cofie, Biraschi (G), Cuadrado, Sturaro (J)