Ciro Danucci, oggi allenatore, racconta ai nostri microfoni alcuni passaggi della sua carriera ed in particolar modo della sua avventura alla Juve Stabia:
Hai intrapreso la carriera di allenatore. Più facile la vita da calciatore oppure da Mister?
Sicuramente più facile la vita da calciatore. Da allenatore ci sono molte situazioni da gestire. Devi avere rapporto con la società, con i tifosi e devi gestire un gruppo di ragazzi. Da calciatore devi solo pensare a far bene in campo. Sono due scenari differenti. L’allenatore ha tantissima responsabilità in più e deve essere sempre credibile verso il gruppo.
Sei stato protagonista a Nardò. Una grande stagione. Che ti ha offerto questa esperienza?
Si, una grande stagione a Nardò dove abbiamo fatto molto bene. Esperienza importante, dove siamo partiti in ritardo con una rosa da completare. Siamo partiti male con tre sconfitte di fila ma poi abbiamo sfiorato i play off. 49 punti in un campionato difficile e spesso ci siamo seduti al tavolo delle grandi. Nel finale le partite ravvicinate si hanno tolto energie ed abbiamo perso perchè non avevamo una rosa ampia. Ma è stata una esperienza positiva.
Da calciatore che cosa ha significato per te indossare la maglia della Juve Stabia?
Bellissima la mia parentesi a Castellammare. Abbiamo riportato la squadra in cadetteria dopo sessant’anni ed anche in Serie B abbiamo fatto molto bene. E’ stata una bella parentesi della mia carriera in una città bella.Inoltre abbiamo ottenuto anche dei risultati e questo rende il tutto fantastico. L’esperienza in gialloblu mi ha dato molto sia dal punto di vista professionale che umano.
Hai contribuito a scrivere la storia del club gialloblù. Dopo il Game Over del Flaminio che cosa hai provato?
La partita del Flaminio è stato il culmine della stagione. Non eravamo i favoriti per vincere ma eravamo consapevoli di avere una squadra importante. I minuti finali a Roma non passavano mai e la fine fu la liberazione. Noi ci avevamo in testa questa vittoria e non ci siamo mai sentiti inferiori alle squadre arrivate nei play off con noi. Ma alla fine fu una vittoria meritata.
Oltre ai playoff e Coppa Italia. Quale partita ti porti nel cuore?
In quella stagione abbiamo vinto la Coppa Italia,questo significa che la nostra rosa era davvero importante. Quando abbiamo superato i primi turni abbiamo provato a vincerla perchè volevamo questo trofeo. Contro il Cosenza è stata una partita particolare per me e per la squadra. Non ero convocato ma per infortuni vari sono sceso in campo all’ultimo ed ho disputato una grande partita. Cambiò il mio campionato ma anche quello della squadra perchè trovammo un assetto tattico importante.
Che rapporto avevi con Piero Braglia?
Con Braglia ho sempre avuto un ottimo rapporto. Con lui ho lavorato alla Sangiovannese ed anche li facemmo una grande stagione arrivando ai play off ed uscimmo con due pareggi contro il Frosinone. Lui mi ha cercato spesso nel corso della sua carriera ed alla fine ci ritrovammo a Castellammare Di Stabia.
Ti senti ancora con qualche tuo compagno di avventura ?
Con i ragazzi ci sentiamo. Negli anni a Castellammare sono stato molto legato a Mezavilla e Tarantino ma in sostanza avevo un buon rapporto con tutti e li sento sempre con grande piacere.
Hai avuto una carriera importante. Chi è stato il calciatore più forte che hai avuto come compagno di squadra?
Ho avuto la fortuna di giocare con tanti bravi calciatori. Francesco Baiano, calciatore che non ha bisogno di presentazioni. Andrea Deflorio avrebbe meritato di giocare in altre categorie ma anche Orazio Mitri era fortissimo e meritava altri scenari.
Quello più forte che ti ha impressionato da avversario…..
Da avversario posso dirti la Juventus, quando giocavo nel Cesena. Certo che giocare contro campioni come Buffon, Del Piero o Nedved fa sicuramente un certo effetto.
Un domani vedresti Mister Ciro Danucci seduto sulla panchina del Romeo Menti ?
Mi piacerebbe ritornare a Castellammare da allenatore e magari imitare Fabio Caserta. Se in un futuro capiterà sarò onorato .
Si ringrazia Ciro Danucci per il tempo concesso per questa intervista