Oggi abbiamo raggiunto per una intervista la popolare voce di ELEVEN SPORTS, Giulio Alfano che dice la sua sulla Juve Stabia, realta’ che segue molto da vicino ma anche un pensiero sul Napoli e sull’ennesimo euro disastro targato calcio Italiano:
Se Acabó El Partido!
Hai raccontato la cavalcata vincente delle vespe, le tue emozioni per questa vittoria?
Difficile descrivere cosa ho provato, sia perché esigenze editoriali di imparzialità mi hanno sempre costretto a nascondere la gioia nel vedere Castellammare godere, sia perché chi fa il mio mestiere deve sempre stare attento a pesare ogni singola parola. Posso dire, senza alcuna vergogna, di aver concluso la telecronaca di sabato con le lacrime agli occhi. Chi ama questo sport e conosce il significato di certe imprese non ha bisogno di ulteriori spiegazioni.
Che effetto ti ha fatto vedere il Menti pieno in queste ultime giornate?
Ha aggiunto spettacolo allo spettacolo, senza dubbio, in particolare contro il Trapani. Io però onestamente non sono un grande estimatore degli stadi che si riempiono solo per i grandi eventi. Sono un estimatore delle curve, dei settori ospiti nelle giornate di pioggia, della passione per una maglia che si manifesta nella buona e soprattutto nella cattiva sorte. Nel mondo d’oggi è rarissimo trovare attaccamento alla squadra della propria città. Mi auguro che d’ora in avanti il Menti sia sempre pieno e che il popolo stabiese riempia ogni settore ospiti della serie cadetta, dimostrando la propria fede incondizionata e totale verso i colori gialloblu.
Sono anni che segui molto da vicino la Juve Stabia, il tuo goal piu’ bello che hai raccontato e la partita che ti ha emozionato di piu’?
Bella domanda. Per quanto riguarda la partita, sarebbe facile dirti Juve Stabia-Trapani, vista l’importanza della posta in palio e la cornice di pubblico che ha accompagnato la squadra di Caserta al successo decisivo per la promozione. Siccome mi piace andare controcorrente, ti dico Aversa Normanna-Juve Stabia del novembre 2014, vinta in rimonta dai gialloblu con doppietta di Gomez. Quella partita non la dimenticherò mai perché è stata l’unica che ho commentato “in trasferta”, poiché all’epoca ero anche telecronista dei match casalinghi dell’Aversa Normanna. La postazione telecronaca era proprio sopra il settore ospiti e ai gol gialloblu tremava tutto. Per quanto riguarda il gol, senza dubbio quello di Calò da calcio d’angolo contro il Rende. Spettacolare e geniale.
Sulla Serie A, Tanta delusione per questa stagione del Napoli, secondo te, cosa e’ mancato per vincere un trofeo?
Lo Scudetto era quasi impossibile, considerando la superiorità nettissima della Juventus. La Champions ancora di più. In Europa League il sorteggio è stato terribile, ma, se vuoi vincere, prima o poi devi farti trovare pronto all’appuntamento con le grandi squadre. Il Napoli non è stato all’altezza dell’Arsenal, per tanti motivi, lasciando ogni speranza di qualificazione a Londra. La Coppa Italia rappresenta a mio parere il più grande rammarico, perché il Milan non è superiore agli azzurri, pur avendo vinto con merito un quarto di finale in cui la squadra di Ancelotti ha mostrato tutti i suoi limiti. La notte di San Siro avrebbe dovuto far scattare qualche campanello d’allarme, che forse avrebbe potuto evitare il crollo mentale primaverile.
Le Italiane, ennesimo flop in Europa, possibile che siamo lontani anni luce dalle top europee?
Saremo sempre indietro finché riteniamo che giocare un calcio speculativo possa risultare efficace in campo internazionale. Siccome non esistono più i difensori puri di un tempo, il calcio all’italiana, fatto di difesa solida, tenuta mentale perfetta e ripartenze, non funziona più. Servono idee e coraggio. In Italia si continua a pensare che giocare bene sia il fine e non il mezzo. Nel calcio di oggi invece si vince giocando bene, a prescindere dai parametri estremamente soggettivi di bellezza. Il paradosso più grande è che la nazionale di Mancini gioca meglio di tutte le squadre italiane impegnate quest’anno nell’Europa che conta. Solamente Empoli, Sassuolo, Sampdoria e Atalanta inseguono il risultato tramite le idee. Le altre sono vittime del male più grande del nostro calcio: il tatticismo conservatore.
Cristiano Ronaldo non puo’ fare miracoli….
Credo ne abbia fatto uno enorme, salvando la Juventus da quella che sarebbe stata un’eliminazione clamorosa contro l’Atletico di Simeone. Il calcio è uno sport di squadra, in cui avere grandi giocatori è condizione necessaria ma non sufficiente per vincere ad alti livelli. CR7 è un fuoriclasse puro, atleta di un altro pianeta. Non meritava di vedere i compagni sovrastati dalla sfrontatezza giovanile di un Ajax onnipotente. Mi chiedo solo se stavolta il movimento calcistico italiano imparerà la lezione.
Per tornare alla Juve Stabia, molti tifosi apprezzano i tuoi racconti, cosa vorresti dire a loro?
Per anni ho ricevuto critiche legate al fatto che “non ero abbastanza tifoso”. Chi mi conosce sa bene che quando vedo le partite divento il più scalmanato dei tifosi, ma anche che quando sono impegnato in telecronaca contano solo professionalità e rispetto per chi mi ascolta. Nell’ultimo mese i tifosi della Juve Stabia si sono resi conto del profondo affetto che ho sempre avuto nei confronti di Castellammare e della sua gente, affetto che in privato non ho mai nascosto, ma che in telecronaca andava messo da parte. Pertanto, ai tifosi e alla città mi sento solamente di dire grazie per le splendide parole che hanno speso nei miei confronti e per la loro calda accoglienza. Dall’anno prossimo le nostre strade si separeranno, ma io conserverò sempre un ricordo splendido del popolo gialloblu, a cui auguro di continuare a vivere quelle emozioni che questa cavalcata epica ha regalato loro e che anche io, nel mio piccolo, ho provato a trasmettere con la mia voce.
Si ringrazia Giulio Alfano per il tempo concesso per questa intervista