Juve Stabia, Di Mariano, facci innamorare come tuo Zio!


Juve Stabia, Di Mariano, facci innamorare come tuo Zio!

Juve Stabia e Di Mariano, il nuovo arrivato in casa vespe, lo sapevate che lui e’ il nipote del grande Salvatore Schillaci?

Francesco Di Mariano e’ il nuovo arrivato in casa Juve Stabia, un giocatore di categoria, giovane con un passato importante.Ex Stellina del settore giovanile della Roma, poi tante squadre come Monopoli , Lecce ed Ancona. Un giocatore che sicuramente dara’ una grossa mano alla comitiva di Fabio Caserta.

Di Mariano e’ siciliano, di Palermo e per i piu’ grandi esiste una storia iniziata bene, poi finita male, ossia estate 1990, quella dei mondiali in Italia, quella dei calci di rigore contro l’Argentina di Maradona, un film che viene da lontano.
Il nuovo giocatore della Juve Stabia, non era ancora nato, infatti lui e’ un classe 1996, e l’Italia di Sacchi in quel periodo, venne eliminata in maniera clamorosa dall’europeo Inglese, ma questa e’ un altra storia, torniamo alla nosta, a quella da raccontare ai piu’ giovani.

Quando si pensa ai mondiali del 1990, viene in mente Salvatore Schillaci, alias Toto’, gli occhi che fecero innamorare l’Italia del Pallone. Francesco Di Mariano e’ il Nipote del Toto’ Nazionale, ed adesso i tifosi della Juve Stabia sognano di innamorarsi di questo calciatore come e’ successo anni fa per suo zio e quelle notti magiche di Italia 90.

Un focus su Salvatore Schillaci:

Ci sono occhi che ti fanno innamorare e l’Italia del pallone si innamoro’ di Salvatore Schillaci, il furetto venuto da Palermo che incantava la Messina calcistica. Tanti goal in Sicilia, il passaggio alla Juventus ed il Mondiale di Italia 90, dove il Toto’ Nazionale, trascina gli azzurri al terzo posto Mundial con tanta sfortuna e delusione per i rigori persi contro l’Argentina. Nella stagione 1992-1993 passò per 8,5 miliardi di lire all’Inter. Schillaci ricordò con grande entusiasmo il suo trasferimento da Torino a Milano:

«Ho ottenuto il massimo, sognavo la maglia nerazzurra e avrei accettato di restare fermo se non fossi riuscito a raggiungerla. I soldi non sono tutto.Riparto da zero a 27 anni e cerco una rivincita».

Con l’Inter, con cui giocò due stagioni siglando in totale 11 goal in 30 partite, vinse un trofeo: la Coppa UEFA, superando in finale gli austriaci del Salisburgo. Riguardo quest’esperienza, il centravanti siciliano affermò che i suoi inizi a Milano furono buoni (e i rapporti con il presidente Ernesto Pellegrini ottimi) ma che la mancanza di continuità e i problemi fisici gli impedirono di «sfondare»

Toto’ con la maglia dell’Inter, riusci’ a regalare spettacolo insieme a Ruben Sosa, rapidita’ e tanti goal ed uno scudetto sfiorato. Poi il Giappone e la fine della sua carriera, ma a distanza di anni, tutti gli amanti del calcio pensano ancora agli occhi che fecero innamorare l’Italia del Pallone.

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