La Nazionale di Roberto Mancini sfata il tabù Bulgaria, di Gianfranco Piccirillo:
La nazionale di Mancini riesce a sfatare il tabù della Bulgaria, dove finora non aveva mai vinto, ma come contro l’Irlanda del Nord non ha brillato, almeno per due terzi abbondanti della gara. Nel primo tempo dopo un tiro di Galabinov, attaccante dello Spezia, che gioca da tanti anni in Italia, parato facilmente da Donnarumma, in quella che si rivela come l’unica occasione dei bulgari, la nazionale italiana conquista una nettissima supremazia territoriale, che però nel primo tempo non produce occasioni pericolose, ma solo i tentativi degli esterni di creare palle per il Gallo Belotti, che sostituisce Immobile. Ma più dei calciatori il protagonista della gara è l’arbitro sloveno che si fa notare, non solo per la sua prestanza atletica, e nell’ordine nega un rigore a Chiesa, ne assegna uno molto dubbio a Belotti, non vede un tocco di braccio di Sensi ad inizio ripresa in area azzurra e non giudica meritevole di essere sanzionato un fallo più evidente degli altri, ancora su Belotti in area bulgara. Se Acerbi e Spinazzola non fanno rimpiangere Chiellini ed Emerson Palmieri, ancora una volta a centrocampo si avverte l’assenza di Jorginho anche perché Locatelli entra solo a metà ripresa per Sensi, che comunque come Verratti non è un regista classico come il pupillo di Sarri. Senza il supporto di palle giocabili gli attaccanti non si mettono in luce e comunque sia Insigne che Chiesa non sono sicuramente nella loro migliore serata. Insomma bisogna accontentarsi del penalty segnato da Belotti, che almeno come rigorista riesce a non far rimpiangere Jorginho, ma che poi su assist felice di Verratti è prima sfortunato e poi impreciso, mandando nella stessa azione sul palo e poi alle stelle la palla del raddoppio. Gli ingressi di Di Lorenzo, Bernardeschi ed Immobile per Florenzi, Chiesa e proprio Belotti sono il tentativo da parte di Mancini di non accontentarsi del minimo vantaggio, ma di cercare altri gol per non perdere terreno nei confronti dei rivali della Svizzera nella differenza reti totale, elemento che può essere importante se non addirittura decisivo nella conquista del primo posto nel girone, e gli elvetici in Bulgaria avevano fatto tre gol.
I cambi di Mancini funzionano perché la qualità di uno dei subentrati, Locatelli, abbinata all’intesa tra Verratti e Insigne, permette la realizzazione del secondo gol azzurro, il primo del centrocampista del Sassuolo con la maglia della nazionale, peraltro con un tiro molto ben indirizzato alle spalle del portiere bulgaro. La scarpa d’oro Immobile spreca una bella rifinitura di Bonucci da regista puro che lo mette nelle condizioni di stare da solo davanti al portiere, che chiude lo specchio ed evita la terza capitolazione della sua squadra. Insomma anche se questa non è stata una gara dove la nazionale italiana ha brillato particolarmente, nel recupero sarebbero potuti arrivare altri gol in almeno tre circostanze. Infatti Immobile impegna ancora il portiere con un tiro da fuori, Locatelli di testa avrebbe potuto realizzare la doppietta e Pessina che nei minuti finali ha fatto respirare Verratti, sempre di testa sfiora la traversa. Mancini quindi anche se il gioco della nazionale non è più particolarmente spettacolare, può essere soddisfatto della vittoria, l’ennesima ottenuta con la sua gestione, giunta ad una serie impressionante di risultati utili consecutivi, che lo mettono nella condizione di poter eguagliare e superare sia i record di imbattibilità della storia della nazionale che appartengono a Vittorio Pozzo e Marcello Lippi, che quelli del maggior numero di gare giocate senza subire nemmeno un gol, il dato più soddisfacente delle ultime cinque partite della nazionale, che non prende gol da oltre 470 minuti