Atalanta-Lazio 0-2, decide il NO VAR


Nicola Rizzoli aveva zittito il Direttore Sportivo del Cagliari Marcello Carli in Diretta su RAI due dagli studi della Domenica Sportiva pochi minuti dopo che il Napoli aveva vinto la gara interna col Cagliari con un rigore se non dubbio almeno discutibile.

Era lo scorso 5 Maggio e sempre tale data rimarrà, anche per altri eventi calcistici, giorno indimenticabile, oltre che per Napoleone per Ronaldo Luís Nazário de Lima!

 

 

 

 

 

Nicola Rizzoli, responsabile e designatore della CAN A, asseriva che in mano agli uomini del VAR c’è la tecnologia 3D che poteva con assoluta certezza che quel fallo di Cacciatore in area di rigore del Cagliari era calcio di rigore. Certo è curioso che il mondo del calcio viene a sapere solo a tre giornate dalla conclusione del Campionato di Serie A che gli arbitri del VAR hanno una tecnologia fino a quel momento ignorata che comunque dovrebbe dare certezze e non amplificare ancora di più i dubbi.

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Senza nemmeno avere visto l’azione incriminata con la tecnologia di cui asseriva l’infallibilità Rizzoli decretava la bontà di quella decisone!

La cosa che lasciò basiti fu che l’arbitro Chiffi di Padova, essendo davanti all’azione, aveva fatto proseguire senza fischiare, facendo proseguire l’azione; vi furono timidissime proteste del Napoli, anche se potrebbe essere discutibile, l’opinabilità delle opilioni è cosa assai costante nello sport

Tendenzialmente succede che si fischia un fallo e quando c’è il dubbio se fosse avvenuto fuori o dentro l’area di rigore è proprio in quel caso che il VAR aiuta a decretare la certezza; Chiffi tuttavia non aveva dubbi sul fatto che nessun fallo fosse avvenuto, ne fuori ne dentro l’area di rigore del Cagliari, infatti non aveva fischiato alcuna irregolarità, fece proseguire senza di colpo ferire, ma il genio della lampada, ossia l’arbitro al VAR Mariani aveva voglia di divenire protagonista e complice la poca personalità di un arbitro forse acerbo per la Serie A, si faceva sedurre da uno stadio dove un certo Diego Armando aveva calcato quel prato. 

Un omaggio all’ex Pibe de Oro e alla sua ex squadra, magari pensando che facendo un piccolo favore ai partenopei, forse, la carriera potrebbe prendere il volo. 

Di doman non v’è certezza e al contrario, fare un torto al Cagliari, che non contava prima e forse non conterà mai, non porterà conseguenze alcune. Difatti nulla è successo.

Silenzio assoluto, le televisioni passeggiavano sopra il rigore della discordia ma se fosse stato assegnato ai sardi, Napoli sconfitto in casa con quel rigore dubbio, siamo certi pure il Vesuvio avrebbe tuonato fulmini e saette.

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 Il Direttore Sportivo del Cagliari Marcello Carli asseriva che, invece, non v’era niente di certo, anzi, la certezza che le mani del difensore rossoblù fossero in area era quantomeno impossibili da certificare al 100% in area.

LA PERLA DI MARCELLO CARLI

E che in un’ipotetica Finale un arbitro avrebbe con molta probabilità sorvolato allegramente sul quel fallo ipotetico, certamente non concesso un rigore del genere; nemmeno sarebbero andati a vederlo al monitor, ma neanche il silent check ci sarebbe stato; troppe polemiche sarebbero piovute sulla direzione arbitrale se avesse fatto vincere o perdere qualsiasi squadra in una finale di Champions o di Europa League se certezza assoluta del fallo non ci fosse stata.

Magari a favore di una squadra blasonata, a dispetto di una meno popolare, forse si, ma sarebbe da vedersi. 

Il Carli asseriva inoltre che se fosse avvenuto in area del Napoli non sarebbe successo niente, dichiarazione stigmatizzata da Rizzoli il quale asseriva che non solo gli arbitri devono cambiare atteggiamento; se rimane il legittimo dubbio che a seconda del colore delle maglie è fischiato o meno un fallo, un rigore, un’espulsione allora non si risolve nulla.

Rizzoli disse che nessuna maglia, di nessun colore, o non colore, avrebbe accecato dalla verità per una decisione del genere; insomma, che fosse area di rigore della Juventus o del Crotone nessuna differenza avrebbe fatto. Un certo allenatore ex Inter direbbe “ridiculo“, io invece ipocrisia allo stato puro.

LA FINALE PREDETTA DA CARLI E’ ARRIVATA IERI SERA

Non è passato troppo tempo, esattamente dieci giorni.

Finale di ieri sera allo Stadio Olimpico di Roma dove i padroni di casa, seppur burocraticamente parlando, erano in trasferta nella gara che terminava la Coppa Italia TIM 2019.

Risultato finale 0-2, una gara che, se interrotta nella prima frazione di gioco per un controllo VAR a favore dei bergamaschi, presumibilmente non avrebbe avuto questo risultato finale.

L’evidenza dell’orrore dell’arbitro Banti di Livorno, all’ultima direzione arbitrale, era amplificata dalla sostituzione da parte dell’allenatore della Lazio, del giocatore che aveva fatto fallo di mano in area di rigore; già ammonito, rischiava l’espulsione.

Il fallo di mano di Bastos in area di rigore laziale non era punito col rigore, non si assisteva nemmeno a un silent ceck, niente, l’azione continuava senza di colpo ferire.

Come in Napoli-Cagliari, ma questa volta l’uomo al VAR è stato zitto.

Se gli arbitri di ieri sera fossero stati ligi alle regole come al San Paolo, Bastos sarebbe stato ammonito per la seconda volta e quindi espulso.

Il famoso sistema VAR 3D tanto decantato da Nicola Rizzoli dov’è finito?

Concesso il sacrosanto rigore a favore per l’Atalanta forse la gara avrebbe avuto un andamento differente visto che la Lazio sarebbe stata in dieci uomini per tutto il secondo tempo e una parte della prima frazione di gioco. Chissà su quali specchi andrà ad arrampicarsi Nicola Rizzoli, per ora ci accontentiamo di Marcello Nicchi di Arezzo, Presidente AIA, Associazione Italiana Arbitri:

“Non sono tenuto ad alimentare polemiche, c’è stato un episodio che tutti hanno rivisto dopo la partita perché allo stadio non l’ha visto nessuno. Adesso lo valuterà il designatore e deciderà se poteva essere giudicato in modo diverso o no. Le parole di Gasperini che ha parlato di Var a singhiozzo? Ognuno si assume la responsabilità di ciò che dice, questo è quello che pensa lui. La Var è uno strumento che funziona bene, da perfezionare ma che come sappiamo non azzera totalmente gli errori”.

RIFLESSIONE

Questo continuo utilizzo a singhiozzo della VAR a favore, soprattutto, delle squadre più blasonate è davvero fastidioso; ieri contro l’Atalanta, il 5 maggio contro il Cagliari.

L’AIA dovrebbe capire che non si risolve il problema multando Presidenti, giocatori e allenatori che contestano duramente le loro decisioni.

Sembrano volere dire che devi stare zitto, devi subire e stare zitto, altrimenti ti bastono.

Andare a vedere i falli in area di rigore dovrebbe essere una regola, farlo a seconda di chi subisce il fallo o di chi lo fa innervosisce, e non poco.

Risultato di Napoli-Cagliari? Giocatore del Cagliari Ionita espulso e poi squalificato per due giornate, allenatore Maran espulso e squalificato per una giornata, Presidente del Cagliari Giulini multato per 7000 euro.

Basterebbe parlare, comunicare, confrontarsi, avere onestà intellettuale, rispettare tutti, non trincerarsi dietro il silenzio, bastonare senza dare spiegazioni.

E’ stato spiegato dai pedagoghi che nemmeno con i bambini serve; il bimbo deve capire quando sbaglia e perché sbaglia, ma se non è data loro una ragione, se non si fa capire la ragione della punizione, essa rimane insensata per chi la subisce, non è costruttiva, è solo distruttiva.

Gli ex arbitri che oggi in televisione sono stati assunti dalle tv per dare spiegazioni sui comportamenti dei loro ex colleghi, tipo il Signor Cesari di Genova, anche loro, quando arbitravano, non spiegavano, oggi sono dei bravi oratori.

Giacché hanno imparato a comunicare perché anche l’AIA non impara dai propri errori e non la finisce di perseverare a chiudersi nel silenzio?

Qualsiasi cosa succeda in area l’arbitro dovrebbe andare al VAR, senza se e senza ma. Poi potrà decidere secondo il suo modo di vedere e del collega al VAR, ma vada almeno a far finta di vedere il monitor del VAR. 

Il loro atteggiamento fa sembrare che gli arbitri siano permalosi, è sbagliato, cambiare atteggiamento sarebbe costruttivo; troppo fiscali i Signori arbitri che sventolano i cartellini ai calciatori poco noti mentre a quelli strapagati delle squadre BIG spesso nemmeno li sgridano verbalmente; questo si che fa saltare i nervi, non lo capiscono?

COMUNICAZIONE

Sarà sempre tardi quando questi Signori si decideranno a parlare, a fare come succede negli USA dove gli arbitri del Football Americano spiegano le loro decisioni ai microfoni dello stadio; tranquillizzare la gente, comunicare con i giocatori, fare sentire cosa si dicono quando analizzano le azioni al VAR amplificando i microfoni all’audio dello stadio aiuterebbe.

Spiegare senza arroccarsi dietro il silenzio sarebbe costruttivo; oltre a cambiare alcune regole del giuoco del calcio sarebbe il tempo che gli arbitri diventino loquaci e che rilascino dichiarazioni; i troppi soldi che girano dietro il calcio fanno pensare male; stare zitti e punire i giocatori esasperati da decisioni assurde, non è costruttivo.

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