Curiosità, l’ex allenatore di Maradona a Castellammare
Ottavio Bianchi ex allenatore del Napoli è stato notato in giro per Castellammare di Stabia, per adesso sono ignote le causa della sua visita nella città delle Terme.
Il popolare allenatore, idolo ai tempi di Maradona, è stato avvistato nella zona del Viale Europa e la sua visita non è passata certa inosservata anche perché è stato riconosciuto da molti amati del calcio che si sono concessi la classica foto ricordo.
Mister Bianchi nella sua carriera ha allenato anche Inter, Atalanta e Fiorentina, sicuramente un bel pezzo del calcio Italiano in visita nella città delle acque e delle Terme.
Riviviamo la sua carriera:
Nel corso del campionato 1983-1984 approda in Serie A all’Avellino, quindi allena il Como e, nel 1985 giunge al Napoli, dove vince il primo scudetto della storia partenopea nel campionato 1986-1987, conquistando nella stessa stagione anche la Coppa Italia, e successivamente nel 1989 la Coppa UEFA.
Nel 1990 passò alla Roma, con la quale vinse nel 1991 la Coppa Italia, raggiungendo nello stesso anno anche la doppia finale di Coppa UEFA persa contro l’Inter.
Il Napoli di Ottavio Bianchi, artefice nella stagione 1986-1987 del double scudetto-Coppa Italia.
Terminata l’avventura capitolina alla fine del campionato 1991-1992, nel novembre dello stesso anno torna sulla panchina del Napoli, dopo l’esonero di Claudio Ranieri, riuscendo a sfiorare la qualificazione UEFA con una squadra presa in zona retrocessione.Nella stagione 1993-1994 torna nuovamente al club azzurro, stavolta dietro la scrivania come direttore tecnico, lasciando la panchina a Marcello Lippi: l’esperienza dura un anno, poiché l’Inter gli offre la propria panchina e lui accetta.
All’ombra della “madonnina” disputa il primo campionato dell’era-Moratti, vincendo il derby contro il Milan per 3-1. L’anno successivo la sconfitta contro il Napoli per 2-1 convince Moratti a sollevarlo dall’incarico.
Il 6 marzo 2001 viene nominato responsabile dell’area tecnica della Fiorentina.Tornerà in panchina sette anni dopo, chiamato dalla Fiorentina che non riuscirà a salvare né come tecnico né nel ruolo che dal 5 aprile 2002 è chiamato a ricoprire con la carica di presidente, succedendo al dimissionario Ugo Poggi fino al termine del campionato: nell’agosto del 2002 il club viola va incontro al fallimento.