Giovedì 20 Luglio è iniziato il mondiale femminile. Si tratta della nona edizione e si giocherà fra Australia e nuova Zelanda, o meglio si sta giocando. L’Italia, guidata da Bertolini, ha esordito contro l’Argentina. Una partita non tanto difficile ma bloccata, con l’Italia che ha molto più possesso palla ma non riesce a concludere.
La partita, destinata allo zero a zero (con l’Argentina che crea praticamente nulla), però si sblocca all’85’, quasi all’improvviso. Gol che si rivelerà decisivo sia per la partita sia per il girone. Una vittoria, in un girone a quattro squadre, ti fa mettere un piede agli ottavi, salvo situazioni assurde.
La rete che butta giù l’Argentina, quando il pareggio a reti inviolate, arriva dalla panchina. E a svolta arriva dalla panchina. CRistiana Girelli, che non doveva neanche partecipare alla spedizione, entra per l’appunto dalla panchina, segna dopo 4 minuti; ed esulta forse con un filo di rabbia.
Giovani e Veterane
L’Italia delle giovanissime, nel momento del bisogno, si aggrappa al suo nuovo leadrer dell’era post Gama: per il capitano azzurro si tratta del gol numero 54 in 105 partite in Nazionale. Gol che consente di partire forte come nel 2019. Le azzurre sorridono così all’esordio al Mondiale neozelandese.
A dimostrazione che è giusto, soprattutto quando si tratta di ricostruire, usare i giovani per fargli fare esperienza, ma a volte l’esperienza acquista è necessaria, soprattutto in un torneo da massimo sette partite. E l’Italia femminile può affrontare il prossimo avversario, la Svezia, con delle certezze in più.
Equilibrio e gioia
Il primo quarto d’ora è per prendere le misure. Il fresco di Auckland, ci sono una decina di gradi, nel tardo pomeriggio, davanti ai 30mila dell’Eden Park, incentiva l’aggressività ma non la precisione. L’Italia ha più possesso palla ma le azioni sono poche. L’argentina quasi quasi sembra accontentarsi del pareggio, ma le azzurre sembrano bloccate dall’emozione.
E non è un caso che sia una veterana a sbloccare la partita. Infatti il possesso palla senza conclusioni non porta da nessuna parte, non solo all’Italia femminile ma in generale. E sono per l’appunto i cambi a ridisegnare le squadre: dalla panchina si alza Cantore per sostituire Giacinti, con Beccari che va nel ruolo naturale di prima punta.
Mossa forse un po’ tardiva, ma che funziona. E per le azzurre ora non c’è Svezia, non c’è Mondiale, non c’è polemica, c’è solo la Gioia. Goia per un Mondiale che, dopo le delusioni di under 21 e 20 (anche se per motivi diversi), potrebbe unirsi alla gioia del trionfo dell’Under 19.