Il Napoli pareggia contro il Verona. Di Gianfranco Piccirillo
#NapoliVerona0a0 Alla vigila del derby di ritorno di Champions League tra Milan e Napoli Pioli e Spalletti attuano un massiccio turn over, per tutelare le risorse migliori, permettendo più facilmente a Bologna e Verona di rendere la vita dura alle due squadre in campionato. Addirittura nel primo tempo la squadra di Spalletti non riesce a tirare in porta, pur avendo una percentuale stratosferica di possesso palla, mentre il Verona di Zaffaroni con la più classica delle partite di difesa e contropiede riesce ad impegnare Meret con una conclusione dalla distanza dell’attaccante italo australiano Lasagna, abile a sfruttare gli spazi che il suo compagno di reparto Gaich gli procura, senza mai cercare la conclusione. Al contrario Gaich devia nella sua porta il pallone del vantaggio del Napoli, ma l’arbitro decide di interpretare come fuorigioco passivo la posizione di Olivera, che però si disinteressa del pallone. Insomma la decisione appare cervellotica, ma passare in vantaggio senza tirare in porta nel primo tempo sarebbe stato sicuramente eccessivo nell’economia di una gara, che ha visto il Verona giocare con grande determinazione per ottenere un risultato utile nella rimonta, che sta effettuando dalla zona retrocessione, nella quale si trova dall’inizio del campionato. Le partite contro il Verona tradizionalmente per il Napoli non sono mai banali e anche questa non fa eccezione e curiosamente come nel campionato del 1990 si intrecciano le storie della squadra partenopea e del Milan con il Bologna e proprio l’Hellas, ma questa volta la sfida tra di loro non è per lo scudetto, ma per ottenere le semifinali di quella che una volta si chiamava Coppa dei Campioni. Il Napoli ha un buon margine in campionato, ma c’è la Lazio di Sarri che sta vincendo con regolarità, facendo allontanare se non altro il raggiungimento matematico del titolo italiano per Spalletti, che a metà ripresa capisce che deve cambiare qualcosa in una formazione evidentemente troppo piena di seconde scelte. E così entrano due titolarissimi come Kvaratskhelia e Zielinsky al posto di Lozano e Demme, che finora aveva giocato una sola volta. Anche Zapparoni inserisce Coppola per Ceccherini, che stava rischiando l’espulsione, e Djuric per Gaich e subito dopo il giovane Terracciano e l’ex calciatore del Napoli e anche di Stabia e Salernitana, Simone Verdi, al posto di Faraoni e Duda. Ma per cercare di vincere la partita Spalletti capisce che deve inserire anche Lobotka e soprattutto Osimhen al posto degli stanchi Elmas e Raspadori, ma concede al nigeriano, reduce dall’infortunio in nazionale, solo i venti minuti che il tecnico aveva preannunciato in caso di necessità. Di Lorenzo si costruisce un paio di buone opportunità, ma in una non si capisce proprio con Osimhen e Montipo’ deve preoccuparsi più di perdere tempo che di parare, anche perché sul tiro del capocannoniere nigeriano è salvato clamorosamente dalla traversa. Nel Napoli nel finale entra pure il giovane Zedadka per Politano, mentre Zapparoni sceglie come ultimo cambio Ngonge al posto di Lasagna, autore di un’ottima partita e proprio l’attaccante belga spreca la migliore occasione dell’incontro, calciando clamorosamente fuori solo davanti a Meret, nella più classica delle ripartenze, dopo un’azione insistita del Napoli, che fatalmente si scopre in difesa. Per questo motivo tutto sommato il pareggio deve essere accettato con una certa serenità, anche perché il Verona ha disputato nel modo migliore la classica partita di sofferenza difensiva, utile ad una squadra in cerca dei punti salvezza, che però per gli scaligeri è ancora tutta da conquistare, proprio come la qualificazione del Napoli contro il Milan, in una gara di ritorno, che in ogni caso passerà alla storia del Napoli di Delaurentiis. Anche per questo il presidente del Napoli ha deciso di sotterrare l’ascia di guerra persino con le frange estreme del tifo organizzato, permettendo di fare entrare nuovamente allo stadio tamburi, bandiere e striscioni.