Napoli pareggio a casa Gilardino il racconto post gara di Gianfranco Piccirillo:
Garcia decide di puntare su Ostigard in difesa e Elmas in fase offensiva, ma è la squadra nella sua interezza che non convince soprattutto nel primo tempo, nonostante una sterile supremazia territoriale, ottenuta con un prolungato possesso palla. Il Genoa di Gilardino invece gioca con grande determinazione, mettendola sul piano della fisicità e con il vecchio e sempre efficace gioco all’italiana, fatto di catenaccio e contropiede, riesce ad essere molto più incisivo ed efficace. Così mentre il Napoli non riesce ad impegnare il portiere Martinez, il Genoa si rende pericoloso con Retegui, che costringe Meret ad una parata difficile e trova il gol con Bani sugli sviluppi di un angolo, nel quale il var non ritiene falloso l’intervento subito da Anguissa, uno dei peggiori della sua squadra. Il macedone Elmas, che era stato il migliore nella gara del girone di qualificazione contro l’Italia, non riesce ad incidere e si fa pure ammonire nella prima azione della partita, inducendo Garcia ad inserire, dopo l’intervallo, Politano al suo posto, nonostante l’infortunio subito in nazionale.
La situazione peggiora addirittura all’inizio della ripresa perché il Genoa non diminuisce l’intensità e l’agonismo, anzi riparte pure meglio in contropiede, fino a trovare il raddoppio con l’argentino naturalizzato in nazionale per il nonno di Canicatti’, Matteo Retegui, bravo a mettere la palla dentro da vero centravanti, dopo uno sfortunato contrasto di Ostigard in area.
Solo a questo punto Garcia si rende conto di aver sbagliato completamente l’impostazione della squadra e la formazione iniziale, inserendo contemporaneamente Raspadori e Olivera per gli insoddisfacenti Anguissa e Mario Rui. Prima di avere i frutti di questi cambi l’allenatore ne deve effettuare anche un altro con lo svedese in campo Cajuste al posto di Lobotka che inizialmente lascia un tantino sconcertati, ma che poi contribuisce ad un cambio di atteggiamento netto da parte della squadra. Per trovare i gol la squadra deve affidarsi però alle prodezze dei nazionali azzurri, prima quella di Raspadori e poi il pareggio di Politano su assist di Zielinski, che per come si era messa la gara è un risultato insperato e da considerarsi quindi positivamente.
Nel recupero addirittura il Napoli prova a superare il Genoa, ma sarebbe stato un risultato eccessivo a fronte di una prestazione opaca della squadra, che ritrova brio e qualità solo nella parte finale, nonostante l’uscita di Kvaratskheila, perché anche Zerbin entra con lo spirito giusto. Insomma sono gli italiani ad aver mantenuto la squadra a galla e a consentire la rimonta, che ad un certo punto sembrava impossibile per l’incapacità della squadra di Garcia di creare pericoli. E invece Martinez che era stato inoperoso per oltre un’ora, oltre a recuperare due volte il pallone nella sua porta, deve pure intervenire nel recupero per sventare un pericoloso cross di Osimhen, stasera la brutta copia di se stesso, anche se a sua parziale discolpa, bisogna pure considerare il fatto che non è stato adeguatamente servito.
In ogni caso stasera si possono salvare solo le giocate dei due gol e la volontà di recuperare mostrata nella ripresa quando la sconfitta sembrava inevitabile, ma la squadra ha lasciato molto a desiderare sul piano del gioco e oltre al ritardo già accumulato in campionato nei confronti di Inter e Juventus, anche la prima trasferta a Braga nel girone di Champions di mercoledì, tiene a questo punto tutto l’ambiente in apprensione. Il Napoli deve assolutamente in pochi giorni cambiare registro sul piano del gioco e anche della determinazione e lo deve fare in tutti i settori del campo, a cominciare da quello della difesa, nella quale il sostituto di Kim Minjae, il nazionale della giovanile brasiliana Natan, rimane, dopo oltre un mese della sua venuta, un oggetto assolutamente misterioso, non avendo giocato ancora neppure un minuto.