Napoli in versione Fantacalcio contro la Juventus


Napoli spettacolo. Il racconto di Gianfranco Piccirillo:

#NapoliJuventus5a1 La grande attesa per questa prima sfida scudetto tra le storiche rivali non va delusa perché ci sono tanti gol ed emozioni, con un’altra storica goleada partenopeaa. Il Napoli di Spalletti conferma soprattutto i suoi pregi, mentre la Juventus di Allegri ritrova le difficoltà emerse ad inizio stagione e in Champions di Allegri, ma entrambe le rose sono forti ed attrezzate, al netto degli infortunati che deve ancora recuperare la squadra della famiglia Agnelli. L’esplosivita’ dell’attacco partenopeo si esprime già nel primo tempo con i due gol di Osimhen e Kvaratskhelia, nei quali va però evidenziata pure una strana leggerezza difensiva della Juventus, che era reduce da ben otto vittorie consecutive senza subire peraltro nemmeno una rete. In particolare il brasiliano Bremer, assieme a Chiesa, schierato inizialmente troppo basso, è andato molto in difficoltà nel contenere il nazionale georgiano. Il portiere Szczesny, che subisce dal Napoli più gol di quelli subiti in un intero girone, non ha comunque grandi colpe, sia nella rete del nigeriano, che nel raddoppio di Kvaratskhelia, lasciato colpevolmente solo su preciso e generoso assist dello stesso Osimhen, attuale capocannoniere del campionato. Ma già prima della mossa di Allegri con Chiesa spostato a sostegno di Milik, temuto ex del Napoli, c’erano stati piccole amnesie difensive del Napoli, che hanno permesso a Di Maria e Milik di rendersi pericolosi, con una traversa colpita dal campione del mondo e una parata di Meret sul nazionale polacco. Ma l’incertezza più clamorosa c’è stata nella situazione del gol juventino con Di Maria, abile a sfruttare le indecisioni di Rrahmani e soprattutto Kim Minjae e a mettere il pallone comunque con precisione alle spalle di Meret. Il primo tempo si conclude anche con una bella parata di Meret, che salva la sua porta sulla deviazione velenosa del suo compagno Rrahmani. Nella ripresa la musica va tutta nella direzione napoletana, perché dopo l’inserimento di Elmas per l’infortunato Politano il Napoli comincia addirittura a dilagare, trovando due bellissime reti proprio con il difensore Kosovaro Rrahmani, che riscatta abbondantemente i suoi errori e ancora con il cannoniere nigeriano, che prima e dopo avrebbe potuto addirittura segnare la tripletta e portarsi a casa il pallone di questa gara, che come tutte le altre sfide tra Napoli e Juve passerà alla storia. Allegri con gli inserimenti di Kean e Paredes per Milik e Locatelli aveva già prima tentato di restare in partita, fallendo però questa volta miseramente. E infatti la partita assume addirittura un punteggio imbarazzante con la quinta segnatura del macedone, che segue l’ingresso di Olivera, per l’applauditissimo Mario Rui. A questo punto mi sono tornate alle mente le immagini della finale della Supercoppa del 1990, quando il Napoli avrebbe potuto fare dieci gol alla Juventus di Maifredi, ma Maradona volle rispettare la richiesta del suo grande rivale Stefano Tacconi, che gli chiese di fermarsi per non umiliare la Juventus. Anche questa volta il Napoli si è fermato alla manita con Raspadori e Ndombele, entrati al posto di Osimhen e Zielinski, che però hanno provato quanto meno a fare assumere al risultato una dimensione tennistica. Allegri punta sui giovani Miretti, Iling e Soule’ al posto di Chiesa, Di Maria e Rabiot per disputare un dignitoso finale, nel quale però non solo non riesce a violare ancora la porta di Meret, ma non riesce nemmeno a rendersi pericolosa. Spalletti concede giustamente la standing ovation a Kvaratskhelia, facendo giocare un paio di minuti al messicano Lozano e così il Napoli allunga a dieci punti in classifica sulla rivale Juventus, in attesa dei risultati delle milanesi, che comunque sono a distanza piuttosto netta dai campioni d’inverno, che puntano decisamente ad esserlo pure in primavera avanzata, in barba alle considerazioni scaramantiche che comunque sulla sponda del Vesuvio hanno sempre la loro importanza.


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