Napoli inizia con un successo il ritorno di Walter Mazzarri


Napoli vittoria importante a casa Gasperini, gli azzurri vincono a Bergamo

La grande attesa per il ritorno di Mazzarri in panchina, il terzo se consideriamo anche la prima esperienza della fine degli anni novanta come secondo di Ulivieri, era cominciata nella sofferta amichevole con lo Stabia della settimana scorsa e può consacrarsi finalmente in modo perentorio nella gara di Bergamo contro un’avversaria storica come l‘Atalanta di Gasperini.

Il tecnico toscano non cambia uomini e modulo, utilizzando i migliori calciatori disponibili e la squadra gioca un buon primo tempo contro un’ostica Atalanta, che impegna l’ex Gollini prima e dopo il vantaggio meritato del Napoli. Il gol di testa di Kvaratskheila è preceduto da un altro simile di Rrahmani, annullato per un fuorigioco percettibile solo da una sofisticata apparecchiatura tecnologica ed è seguito da un paio di clamorose occasioni fallite da Zielinski, Di Lorenzo e Politano nella stessa azione, nella quale appare piuttosto evidente anche un fallo di mano degli orobici. Da segnalare anche gli infortuni di Zappacosta e Olivera, che costringono i due tecnici a stravolgere l’assetto difensivo esterno con gli ingressi di Hateboer e Jesus, costretto a ricoprire il ruolo di cursore basso sinistro. Davvero strepitosa la parata di Gollini su Koopmeiners, molto più difficile di quella precedente su Pasalic, ma l’Atalanta troverà la soddisfazione all’inizio della ripresa con un possente colpo di testa di Lookman, che ridimensiona la foga del Napoli, incapace di trovare precedentemente il raddoppio con le ripartenze, perché Raspadori e Politano giocano bene, ma non riescono a concludere in porta.

Così Mazzarri decide di sostituire entrambi i nazionali italiani con Elmas e il redivivo Osimhen, ma non convince pienamente il ruolo che il tecnico fa assumere a Lobotka, che non sembra essere molto diverso da quello che lo slovacco interpretava con Garcia. Altra similitudine tra i due tecnici è l’ammonizione rimediata all’esordio. Nella ripresa addirittura il Napoli ad un certo punto ha rischiato di perdere con un gol annullato a Pasalic per fuorigioco e le occasioni ribattute a Koopmeiners e Hateboer, e la squadra si è limitata a cercare il contropiede di Osimhen, che però ha cercato la conclusione troppo poco e troppo da lontano. Insomma la squadra, una volta fallito il raddoppio ha subito tantissimo le giocate avversarie, e sembrava accontentarsi di un pareggio, ma il punto sarebbe servito a poco ai campioni d’Italia. Va riconosciuto però, che l’atteggiamento speculativo alla ricerca del pari tante volte rimproverato a Garcia, viene comunque riproposto pure da Mazzarri con i due cambi conservativi contemporanei di Ostigard e Cajuste per Natan e Zielinski.

Ma bisogna fare i conti con le due qualità che anche un osservatore critico nei suoi confronti come me comunque assegna al veterano delle panchine del Napoli, vale a dire la motivazione che sa trasmettere ai calciatori e uno stellone non da poco, che si materializza nell’azione del gol di Elmas, preceduta da un brutto errore in disimpegno del pur bravo portiere Carnesecchi e comunque da un tocco spettacolare di Osimhen come assist decisivo per il macedone. Gasperini tenta il tutto per tutto, inserendo nei minuti finali contemporaneamente Muriel e Scamacca e così si assiste agli assalti inconsistenti degli orobici, che reclamano inutilmente il rigore per un contatto tra l’attaccante colombiano e lo stesso Elmas.

Insomma buona la prima per Mazzarri, ma solo il tempo dirà se si è trattato di un episodio isolato o dell’inizio di un’importante rimonta in classifica, nella quale non è ancora precluso nessun traguardo, così come anche in Champions League, dove il tecnico potrà addirittura cercare di vincere al Santiago Bernabeu di Madrid contro il Real Madrid dell’allenatore italiano più apprezzato al mondo, Carlo Ancelotti. Se dovesse farcela potrebbe trasformare la sua carriera in un modo finalmente soddisfacente, ben oltre i risultati ottenuti nei suoi campionati iniziali con la Reggina, la Sampdoria e lo stesso Napoli. E ancora una volta dovrebbe dire grazie a Delaurentiis e alla maglia del Napoli.

Di Gianfranco Piccirillo

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